Eccomi, Aline.
Ho controllato nella banca-dati a disposizione nel sito, ma non ho trovato il nominativo di suo zio.
Risulta, invece, nell'elenco del Ministero della Difesa, che è stato aggiornato alcuni mesi fa.
La data di morte/scomparsa assegnata a Sergio è il 31 gennaio 1943. Coincide con quella del Verbale di Irreperibilità?
Ho preso nota dei dati di suo zio, al fine di aggiungerli al data-base U.N.I.R.R., in occasione del primo aggiornamento che speriamo di potere effettuare in tempi brevi.
Ora, andiamo con ordine.
Come di certo saprà, la Divisione Torino (81° e 82° Reggimento Fanteria, 52° Reggimento Artiglieria) parte con la Celere e la Pasubio nel luglio 1941. Le truppe di queste tre Divisioni, insieme ad altri reparti e servizi vari, costituiscono il Corpo di Spedizione Italiano in Russia (C.S.I.R.).
Con la costituzione dell'8ª Arrmata nell'estate 1942, le tre Divisioni del vecchio C.S.I.R. vanno a formare il XXXV Corpo d'Armata...
Tuttavia al 10 dicembre 1942, cioè alla vigilia dell'offensiva sovietica sul fronte tenuto dalle nostre Divisioni di Fanteria, la Divisione è parte - insieme alla Celere e alla Sforzesca - del XXIX Corpo d'Armata tedesco, agli ordini del generale Obstfelder.
Il 19 dicembre 1942 - proprio quando Sergio giunge al fronte ed è in procinto di raggiungere la propria Divisione - il XXIX Corpo d'Armata inizia a ripiegare, così come il XXXV Corpo d'Armata (che, schierato alla sua sinistra, comprende la 298ª Divisione tedesca e la nostra Divisione Pasubio).
Come forse saprà le Divisioni di fanteria italiane arretrano - semplificando - in due tronconi principali, denominati Blocco Nord e Blocco Sud.
Dal 21 al 23 dicembre la Torino rimane accerchiata ad Arbuzovo (o Arbuzovka), insieme a reparti della Divisione Pasubio, della 298ª Divisione tedesca, a elementi delle Camicie Nere e della Divisione Ravenna...
Chi sfugge alla morsa di Arbuzovka - dai reduci soprannominata
valle della morte - prende la strada di Čertkovo, dove le nostre truppe in ripiegamento iniziano a giungere la sera del 25 dicembre.
Sergio, come abbiamo visto, era già arrivato in città.
La testimonianza di Carerj è importantissima, perché ci fa capire che - fino al momento di rompere l'assedio a metà gennaio - suo zio è in buona salute.
Capire cosa gli accade dopo non è facile, ma provo ad aiutarmi con la lunga relazione del maggiore Turrini, Capo di Stato Maggiore della Divisione Torino, relazione di cui mi è stata fornita copia.
Il 13 gennaio un conteggio delle forze italiane presenti in città indica circa 7.000 uomini, 4.000 dei quali con ferite e congelamenti di diversa gravità.
Nel totale sono compresi anche 500 nostri militari, in linea con i reparti tedeschi.
Tra gli assediati si va diffondendo il timore che la loro sorte sia segnata, in quanto dall'esterno sembra non sia possibile far pervenire alcun aiuto. Anche le scorte di viveri ormai sono ridottissime.
Il 15 gennaio il generale Lerici (comandante la Divisione Torino) si reca al Comando germanico per informarsi sulla situazione. Sembra che la 19ª Divisione Corazzata tedesca aprirà un varco, attraverso il quale si crede che - mediante autocolonne - possano essere sgomberati feriti e congelati. In realtà la maggior parte di essi rimarrà a Čertkovo.
L'inizio del movimento è previsto per le 21.00 del 15 gennaio.
Sotto la guida del colonnello tedesco Mihaelis, le truppe si incolonnano e il cerchio intorno a Čertkovo è rotto in direzione sud-ovest.
La reazione sovietica non si fa attendere, ma il movimento - ostacolato anche dalle nevicate recenti - prosegue, con perdite gravi da ambo le parti.
Nella relazione Turrini cita alcune località attraversate... le riporto, anche se la traslitterazione in italiano può risultare imprecisa: Jassnji Promin e Jeshatschy.
Il 16 gennaio la colonna transita per Shuravka e Lozovaja, puntando su Beresovo.
I carri sovietici attaccano. Grazie all'intervento di due semoventi tedeschi, l'avversario desiste. Ora ci si dirige a nord-ovest, a Petrovskij e Strezolvka.
A Petrovskji, nuovo attacco di carri avversari, più numerosi e più arditi. La colonna si frammenta, e le perdite sono gravi.
Di nuovo intervengono i semoventi tedeschi, ma giungono altri carri e la situazione si fa disperata.
Poi, dall'alto, arrivano gli Stukas (aerei tedeschi) in picchiata...
Si supera, così, l'abitato di Petrovskij, ma la coda della colonna subisce l'attacco di aerei russi che provocano perdite gravi.
Ulteriore intervento degli Stukas.
La colonna si affaccia alla conca di Strezolvka, dove c'è un presidio avanzato germanico. Ma il percorso è nuovamente sbarrato. I pochi carri tedeschi si impegnano in combattimento, mentre la colonna cerca di sfilare in direzione nord, verso Novo Strezolvka.
Alle ore 16.00 si entra a Strezolvka.
La colonna ha subito perdite gravissime e si è allungata e diluita moltissimo.
Durante la notte, si riprende la marcia verso Belovodsk. Durante il movimento, arrivano salve di
katiuscia.
Si prosegue, ma il cammino è ostacolato dal vento, che solleva pulviscolo di neve. La temperatura molto rigida causa il congelamento di molti che, sinora, erano riusciti a evitarlo.
Da Belovodsk arrivano autocarri e autoambulanze per soccorrere i più malandati.
I primi della colonna raggiungono tale località verso le 22.00 e vengono assistiti e rifocillati dal Comando Tappa.
La marcia è terminata. Si provvede al trasporto di feriti e congelati a Starobelsk.
Durante la notte sul 17 gennaio e anche il giorno 18, continua l'afflusso dei superstiti.
Prosegue anche lo smistamento dei feriti e dei congelati.
Tappe successive per quanto riguarda la Divisione Torino: Ssobovka, nei dintorni di Vorošilovgrad e Rykovo; altri vengono indirizzati a Kupjansk e a Har'kov.
Il 19 gennaio 1943 il generale Lerici - comandante la Divisione Torino - e il suo Capo di Stato Maggiore, maggiore Turrini, sono a Rykovo.
Le notizie fornite dalla relazione si interrompono qui...
Il libro di Aldo Valori,
La Campagna di Russia - C.S.I.R. e Arm.I.R. 1941-1943, riporta che in seguito i superstiti proseguirono a piedi per Stalino e Dnepropetrovsk. Da lì, in treno, si giunse a Neshin e a Deviza.
Secondo le fonti ufficiali, la Divisione Torino lasciò la linea sul Don con circa 11.000 uomini. A Starobelsk, dopo l'uscita da Čertkovo, giunsero circa 1.800 uomini.
Altro non sono in grado di aggiungere.
Al suo posto farei un tentativo presso i Memoriali Militari Russi, con sede a Mosca: se Sergio fosse stato catturato dai Sovietici dopo avere lasciato Čertkovo e se fosse stato registrato prima del decesso in uno dei campi, potrebbe esistere un fascicolo di prigionia (o almeno una scheda) a suo nome, di cui può chiedere copia.
Consulti la
Guida per le ricerche di militari, accessibile dalla home-page di questo sito: vi troverà informazioni e riferimenti utili a contattare i Memoriali.
Usi preferibilmente un account gmail...
Nella speranza di esserle stata di aiuto, invio i migliori saluti.
Patrizia