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Spunti di lettura

176. Raccogliere bossoli nella guerra-lampo

 

Da Fronte Russo: c’ero anch’io – Vol. I, Giulio Bedeschi, a cura di, Ugo Mursia Editore, Milano, 1983

 

Testimonianza del fante Alvaro Lozzi

82° Reggimento Fanteria – Divisione Torino

 

Partimmo da Roma il 18 luglio 1941, tra gli applausi dei giovani e il pianto dei vecchi. Urla di gioia e di dolore, parole di conforto e di tristezza. [...]

Tra la folla che gremiva la piazza levavansi voci: “Andrete a raccogliere bossoli in questa guerra-lampo, non avrete il piacere di vedere il nemico nel bianco degli occhi!”

Difatti fu proprio così: un lungo raccogliere di bossoli e cadaveri [...].

Ne avemmo per tre mesi... insieme alle sfibranti marce, la fame e la sete non mancarono di farci compagnia.

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IN EVIDENZA

Testimonianze
Intervista a Nelson Cenci
Domenica, 07 Luglio 2019 13:44
di Patrizia Marchesini    Rimini, 21 febbraio 1919 – Cologne Bresciano, 3 settembre 2012   [...] Andare, andare chissà dove tra voli di farfalle e frinire di cicale. Andare e non ascoltare la voce degli uomini, non sentire il sonno della vita, non i passi dell’addio fra strapiombi di nuvole. - Nelson Cenci, Quando scende la sera (raccolta di poesie) -

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Notizie
La scomparsa di Guido Bellan
Sabato, 15 Giugno 2019 12:13
        Con profonda tristezza e unendoci al dolore dei familiari, segnaliamo il decesso di Guido Bellan, presidente della sezione U.N.I.R.R. Pedemontana-Treviso. Classe 1921, era partito per la Russia nel '41 con il C.S.I.R., assegnato al IV Gruppo Artiglieria Contraerei (cannoni da 75/46).

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Notizie
Ci ha lasciati Guido Vettorazzo
Mercoledì, 12 Giugno 2019 14:50
   12 marzo 1921 – 11 giugno 2019   Con grande rammarico abbiamo appreso che ieri alle ore 15.00 si è spento il professor Guido Vettorazzo, reduce notissimo del Battaglione Tolmezzo (8° Reggimento alpini, Divisione Julia). L'intervista con cui Guido aveva raccontato la propria esperienza al Fronte Russo – in origine pubblicata nel sito www.centoventesimo.com (ora inattivo) – era stata messa in evidenza nel nostro sito il 12 marzo scorso per festeggiare il novantottesimo compleanno di questa persona speciale.

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Recensioni
Stelio Dorissa, Il fronte russo nelle lettere di un alpino della Julia
Lunedì, 20 Maggio 2019 13:08
  Recensione di Patrizia Marchesini   Stelio veniva da Fielis di Zuglio, località che oggi conta una sessantina di anime. Era nato il 23 agosto 1922 e quando partì per il Fronte Russo – il 7 agosto ’42, come riporta il Foglio Matricolare – mancavano pochi giorni al suo ventesimo compleanno. Un ragazzo, dunque. Che i tempi e gli eventi renderanno uomo in fretta.

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Notizie
L'impatto della Campagna di Russia sull'economia del Regno d'Italia - Tesi di laurea di Alessandro Brugnatti
Giovedì, 09 Maggio 2019 15:23
    Alessandro Brugnatti si è rivolto al nostro forum nel giugno 2015, nel tentativo di capire cosa accadde al prozio Eolo Brugnati, assegnato alla 10ª Compagnia del III Battaglione del 277° Reggimento Fanteria (Divisione Vicenza). Eolo, infatti, non era mai tornato a casa: come per tantissimi altri fanti della suddetta Grande Unità, di lui si persero le tracce in quell'inverno...

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Recensioni
Giovanni Di Girolamo, Prigionieri della steppa
Giovedì, 02 Maggio 2019 21:00
  Recensione di Riccardo Bulgarelli   Conosco Giovanni da tempo e sono probabilmente il meno indicato per recensire il suo Prigionieri della steppa. Tuttavia l’ampia messe di dati che fornisce e l’orizzonte a 360 gradi attraverso il quale affronta i vari aspetti di quella che fu “la storia della Celere e del 3° Reggimento bersaglieri in Russia”, sottotitolo del libro, mi rendono grato ancorché doveroso il compito.

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Testimonianze
Intervista a Guido Vettorazzo
Martedì, 12 Marzo 2019 14:35
 di Patrizia Marchesini   Guido e la moglie Ilia, purtroppo scomparsa nel 2018   Guido Vettorazzo – al Fronte Orientale con il Battaglione Tolmezzo (Divisione Julia) – non ha bisogno di presentazioni, in quanto è ben noto a chi si occupa di Campagna di Russia... L'intervista che segue è il frutto del nostro primo incontro (risalente all'autunno 2011) e venne pubblicata – allora – nel sito www.centoventesimo.com (dedicato al 120° Reggimento Artiglieria della Divisione Celere), che da qualche tempo non è più attivo. Mi sembra un omaggio doveroso riproporvela oggi, 12 marzo 2019, giorno in cui ricorre il novantottesimo compleanno del caro Guido, cui vanno i nostri auguri più affettuosi...

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Notizie
2 marzo 2019 - Cerimonia di tumulazione presso il Tempio Sacrario di Cargnacco
Giovedì, 21 Febbraio 2019 19:03
      Tra gli scopi che l'U.N.I.R.R. si prefigge da sempre vi è anche quello di "adoperarsi con tutti i mezzi per la ricerca di notizie sui Dispersi e prendere le opportune iniziative per il recupero delle salme e dei resti dei Caduti." (Articolo 3 del nostro Statuto) Per tale motivo sin dall'inizio abbiamo seguito con attenzione quanto stava accadendo nella Regione di Kirov, dove era stata scoperta una sepoltura comune di dimensioni ragguardevoli con i resti di un grande numero di prigionieri di guerra... 

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2 marzo 2019 - Cerimonia di tumulazione presso il Tempio Sacrario di Cargnacco
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All’interno, tre soli locali; una cucina, una sala arredata con un divano, qualche sedia e poltroncina, un tavolino, e un mobile che reggeva un grosso fonografo a tromba, tendine bianche alle finestre, qualche innocente quadretto alle pareti, assolutamente niente di osceno e di pornografico: insomma, un salotto buono.

Infine una camera, piccola, con un letto a una piazza, una sedia, e un cassettone sul quale poggiava un vaso con un gran fascio di rose.

Anche le inquiline, due in tutto, non avevano né l’aspetto né i modi di professioniste: vestite di tutto punto e con discreta eleganza, senza trucco, servivano il tè, offrivano biscotti e sigarette; facevano suonare in continuazione il fonografo e invitavano l’ospite a ballare: a lasciarle fare avrebbero soltanto ballato, per tutto il tempo.

Bisognava insistere, gentilmente, per indurle a trasferirsi nella camera da letto, e il sistema migliore era di imboccarne la porta mentre si continuava a ballare.

Là dentro, poi, tutto si svolgeva nel buio più fitto e nel modo più normale e pulito, come se si fosse trattato di donne per bene.

Infatti, fino a pochi mesi prima, erano state due donne per bene: la più giovane, Tanja, era una studentessa universitaria iscritta alla facoltà di chimica; figlia unica, aveva perso entrambi i genitori quando la loro casa era stata distrutta da un bombardamento di artiglieria. Rimasta sola e senza mezzi, abituata com’era a una vita relativamente agiata, non aveva saputo rassegnarsi a fare qualche lavoro umile, a cercare un modo onesto per sopravvivere.

L’altra, Ljuba, una bella donna di ventisette anni, bruna, snella, ben fatta, attraente: un tipo che in un paese non comunista sarebbe appartenuto alla buona borghesia. Era vedova: il marito, ufficiale di carriera, era caduto negli ultimi combattimenti intorno a Rykovo, lasciandola sola con una bambina di pochi mesi. Anche per Ljuba, la prostituzione aveva costituito l’unica estrema risorsa.

In fondo si ritenevano abbastanza fortunate per essere state reclutate dal Comando italiano e destinate alla casa riservata agli ufficiali: erano ben nutrite, curate e protette; la casa era gestita da un sottotenente di cavalleria che, nella sua qualità di ufficiale addetto alla mensa del Comando della base, aveva tra i suoi compiti istituzionali anche questa funzione.

L’orario di lavoro era limitato: la casa apriva nel tardo pomeriggio e chiudeva alla mezzanotte. Era poco frequentata, praticamente solo da ufficiali di passaggio, dato che quelli di stanza a Rykovo si erano tutti accasati per conto proprio.

Poteva capitare che, per tutta la serata, gli ospiti fossero non di più di due, o addirittura uno soltanto.

La prima volta che ci andammo, Bruno e io, vi trovammo un ufficiale superiore della milizia, un seniore: stava ballando con Tanja.

Ci sedemmo sul divano, poi Ljuba invitò me a ballare. Tanja piantò in asso il seniore nel bel mezzo della danza, con una frase che, in russo, significava: “Tu non buono”, si rivolse a Bruno con un ti dobre, e si mise a ballare con lui, con la massima noncuranza e nessun rispetto per la gerarchia.

Per fortuna il seniore era un uomo di spirito e cedette il campo, con buona grazia, dicendo: “In questo posto la gioventù fa grado.”

L’ultima volta che vi tornai, da solo, Ljuba – che normalmente non era certamente allegra – mi apparve più triste del solito: non parlava, ballava lentamente, muovendosi appena; poi appoggiò il capo sulla mia spalla e si mise a piangere, adagio, sommessamente.

Cercai di farle dire il motivo di quelle lacrime e alla fine fu Tanja che me lo spiegò.

La bambina di Ljuba, già da tempo ammalata, il giorno prima era morta.

E tuttavia Ljuba quella sera, la sera dopo, era ancora lì, nella casa dove tutto è permesso: non c’era un altro posto al mondo dove potesse andare.

Restai con lei fin dopo la mezzanotte, poi volle che uscissimo assieme e che portassi con me le rose che mi aveva regalato.

Ci sedemmo su di una panchina, nel giardino, e vi rimanemmo a lungo, in silenzio, a guardare le stelle e a pensare.

Tanja e Ljuba: due giovani donne tra le tante alle quali la guerra riservò una sorte crudele; molti mesi più tardi, a Roma, un collega ufficiale rimpatriato dopo di me mi raccontò che – quando la Divisione si era mossa da Rykovo per riprendere l’avanzata verso il Don – il Comando aveva deciso di portare al seguito le due donne. La camionetta che le trasportava era caduta in un’imboscata e i partigiani ne avevano ammazzato tutti gli occupanti: l’autiere, il carabiniere di scorta e le due donne.

 

 

Luciano Vigo usa parole delicate per un tema su cui la memorialistica spesso sorvola. Di rado mi è capitato di leggere qualcosa di altrettanto triste. Povere belle donne, innamorate d'amore e della vita... le ragazze dell'est... La canzone di Claudio Baglioni, sebbene faccia riferimento a un periodo storico successivo, mi sembra tocchi corde per certi versi analoghe. Forse tale parallelismo può risultare inappropriato, ma credo che Tanja, Ljuba e le ragazze dell'est di Baglioni – pur con i dovuti distinguo – condividano molto più di quanto possa apparire al primo sguardo: una malinconia sconfinata, l'andare avanti – nonostante tutte le offese della vita – e la musica, come balsamo inesauribile dell'anima: Tanja, Ljuba e le ragazze dell'est ballano, ballano, ballano... per gridare l'allegria che non c'è, chiudendo – fuori dagli occhi e dal cuore – la solita neve e la realtà...

Patrizia Marchesini

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