Poco tempo dopo ci pervenne l'ordine di continuare l'avanzata e in serata (21 novembre) entrammo con i nostri reparti a Pavlograd, conquistata l'11 ottobre 1941.
Durante la sosta entrai in una chiesa. L'edificio era vuoto e spoglio. Era adibito a magazzino dalle truppe russe, come la maggior parte delle chiese che trovammo lungo il nostro percorso.
Un giorno, durante la nostra marcia, mentre percorrevamo una pista poco lontana da una linea ferroviaria, scorgemmo un treno che di tanto in tanto si fermava, e ripartiva dopo aver lasciato sui binari, ogni volta, un vagone, l'ultimo.
Stava compiendosi un'orribile strage.
Da ogni vagone sganciato venivano fatti scendere gli occupanti (erano Ebrei) che venivano subito circondati da volontari ucraini delle SS e costretti a scavare una fossa.
Venivano quindi portati a uno a uno davanti alla buca e abbattuti con un colpo di pistola alla nuca.
Ultimata l'opera, il treno si ricomponeva a ritroso.