Da Il grande inferno bianco, Giuseppe Perrotta, Falco Editore, Cosenza, 2015

Lettere dal Don di Nicolino Perrotta, sottotenente medico dei Granatieri di Sardegna con l'ARMIR in Russia

 

Il grande inferno bianco copertina16 luglio 1942

Mammà carissima,

è quasi buio, ma nella giornata non ho trovato altro tempo per scriverVi. Ho dovuto far visita a tutto il Battaglione, ho dovuto eseguire una cinquantina di vaccinazioni, interessarmi di varie pratiche; la giornata vola.

Mi affretto a dirvi che grazie a Dio sto benone in una vita calma e tranquilla. Ho ricevuto oggi le due lettere dell'8 e del 10 (via aerea) ed ho tanto gradito le vostre care parole.

Rilevo il disordine con cui ricevete i miei scritti, perciò Vi ripeto non ve ne preoccupate. Può darsi che state cinque-sei giorni senza mie, e poi ne riceverete cinque o sei in una volta, perché come sapete io vi scrivo ogni giorno; ieri però non ebbi tempo. Ma in compenso oggi c'è una mia lettera che viene per aereo.

Cara Mamma, sento le parole calde e belle che mi fate pervenire.

Anch'io sento la responsabilità e vorrei avere la gioia di guidare la famiglia che Papà mi ha affidato; ma nella mia assenza ci sono altri, ci sono tutti i fratelli che devono seguire le tracce di Papà; c'è poi sempre Papà dal Cielo che guida.

[...] È buio: non riuscirei a rileggere le vostre lettere per vedere se ho altro cui rispondere. Mi sembra d'avervi detto tutto.

Vi ripeto: state tranquilla, mantenetevi forte, pregate per me. Bacioni infiniti.

Beneditemi anche a nome di Papà.

                              Aff.mo figlio

                                           Nicolino

 


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