Da Cento lettere dalla Russia (1942-1943), Guido Vettorazzo,

Museo Storico Italiano della Guerra, Rovereto, 2004

 

P.M. 202, 11 dicembre 1942

[...] Sono arrivati in dotazione dei magnifici guantoni col pelo, calzettoni bellissimi e i para orecchie; tutti ora ne siamo dotati e parte degli alpini hanno già il cappotto con pelliccia. Il naso, però... pizzica. Ce lo faremo noi, il paranaso! [...] Baci: Guido

 

Cento lettere dalla Russia copertinaP.M. 202, 13 dicembre 1942

Sempre bene, vi mando tanti baci. Fuori, nel bosco buio, urla la bufera, e bello è essere dentro al riparo, sotto terra. Finché la dura!

Saluti a tutti. Guido

 

P.M. 202, 14 dicembre 1942

Nulla di notevole da segnalare. Da due giorni fa un caldo insolito, caldo per modo di dire, ma intanto sciare è una fatica da bestie. Ora, oltre al corso sciatori, ho anche l'incarico di curare lo sgombero dalla neve di una strada importante. Comunque ne ho fatte tante, farò anche questa.

Posta da voi non ne ricevo da un po', dopo quella dei 2 francobolli e del cerino (ora, però, ho l'accendisigari...).

Ho sentito ieri il discorso del Duce per radio: tutti siamo stati entusiasti. Resistere bisogna, far vedere al mondo di che cosa siamo capaci. Qui intanto lo vedono i russi!

Spero che costì e in tutta Italia non vi dimostriate da meno di noi. Se noi di morale siamo a 4000 m di quota, gli Italiani in Patria dovrebbero essere a 8000!

Saluti a tutti, Guido

 

Sembra impossibile quanto noi eravamo ignari, creduloni e inesperti o acritici superficiali: sentendo il duce si pensava di resistere (con morale a 8000 metri di quota!) e baldanzosamente credevamo che i russi fossero alle corde. Invece questi stavano sfondando il fronte [...], dilagando in profondità. Era l'inizio della fine!

Nota dell'Autore, Guido Vettorazzo

 

 


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