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Gruppo Btg. Camicie Nere autocarrato "Montebello" - XII Btg. A.A.

17/04/2019 16:51 #1 da Floriana
Ciao,

vorrei innanzitutto ringraziare l'U.N.I.R.R. e in particolare gli amministratori e i moderatori di questo sito, per ricordare e favorire e promuovere il ricordo di tanti ragazzi e uomini sacrificatisi nelle orribili realtà di guerra.
Sono arrivata in questo sito cercando informazioni sulle operazioni belliche vissute da mio nonno, classe 1911. Lui sopravvisse alla Campagna di Russia, si sposò ed ebbe tre figli, ma alla sua famiglia parlò pochissimo e con fatica delle diverse guerre che lo videro coinvolto al fronte; aveva ricordi dolorosi, di sofferenze sue e dei suoi compagni, molti di questi morti davanti ai suoi occhi. In Russia gli si congelarono i piedi. Rientrato in Patria, condusse la sua vita di padre e lavoratore senza lamentarsi ma, a 30 anni di distanza, subì l'amputazione di una gamba come conseguenza di quel congelamento. E' deceduto nel 1985, io avevo 9 anni, troppo pochi per guardarlo come un Reduce di Russia.
Conservo due certificati di onoreficenze conferitegli: uno del 1937, croce al merito di guerra, a firma Benito Mussolini, che non riporta nessun dettaglio, l'altro a firma Pacciardi si riferisce ad una Croce al Valor Militare per una azione del 9/01/1943 a Tscherkowo (immagino si tratti di Certkowo) con la motivazione seguente: "Durante violento combattimento, si lanciava arditamente tra i primi. Ferito, continuava a combattere fino alla fine dell'azione".
Ho già fatto compilare da mio padre i moduli per l'Archivio di Stato e il Ceduc competenti. Spero di raccogliere il maggior numero di informazioni, e spero di poterle condividere con Voi.

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17/04/2019 19:36 #2 da Riccardo
Buongiorno Floriana
grazie per le sue parole, fanno piacere anche a me che sono entrato buon ultimo tra una compagine molto qualificata di amici "moderatori".
In questo forum esiste un capitale enorme in conversazioni stratificate nel tempo e che può scandagliare con l'opzione "cerca nel sito ..." .
Potrebbe esserle utile.
Così come, per contribuire alla sua ricerca, sarebbe utile facesse cenno a qual'è la dimensione del suo sapere sul XII battaglione armi di accompagnamento.
Riccardo B.

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18/04/2019 09:37 #3 da Patrizia Marchesini
Mi associo a Riccardo nel ringraziare Floriana per le sue parole belle...

Oltre alla funzione di ricerca generica suggerita da Riccardo, mi permetto di suggerire una ricerca più finalizzata anche nell'elenco bibliografico disponibile in questo sito (vi si può accedere con un clic dalla homepage).
Ho provato a digitare Montebello come parametro, ottenendo un unico titolo...

Grazie al parametro MVSN (acronimo di Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, denominazione ufficiale dei reparti di Camicie Nere) si otterranno invece tre schermate di titoli. Un volume che credo potrebbe interessarle - vista la concessione della Croce di Guerra al Valor Militare a suo nonno - è quello di Ezio Carerj (o Careri), imperniato sull'assedio di Čertkovo.

In merito a quest'ultimo, poi, una lettura sempre coinvolgente è I più non ritornano, di Eugenio Corti.

Vi è poi una funzione di ricerca specifica anche per questo forum, che le consentirà di reperire eventuali discussioni relative al Gruppo Battaglioni Montebello.
Nel forum - Sezione Libro cercasi - sono inoltre disponibili alcuni consigli per chi desidera procurarsi volumi di non facile reperibilità.

Cordiali saluti.


Patrizia

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18/04/2019 21:32 #4 da Floriana
Gentilissimi Riccardo e Patrizia,

grazie tanto. Il vostro preziosissimo aiuto mi sostiene e mi incoraggia nella mia ricerca, che è appena iniziata. Mio nonno, Antonio Rizzato, era vicentino, e la mia famiglia paterna vive tuttora in quella zona. Mio padre una volta sposato si è trasferito in Abruzzo, nel paese di mia madre, dove risiediamo. Dalla scomparsa dei nonni, le nostre visite si sono rarificate; per motivi di lavoro abbiamo difficoltà a raggiungere gli zii e cugini in Veneto, così sono loro perlopiù a venire a trovare noi. La lontananza dai luoghi dove nonno ha vissuto è la causa di questo mio ritardo nel volgere attenzione alle sue esperienze di guerra; solo la settimana scorsa, quando sono riuscita dopo tanti anni a ritagliarmi tre giorni per salire nel vicentino, ho visto per la prima volta i certificati di croce al merito di guerra e di croce al valor militare. Leggere le informazioni lì riportate mi ha scioccata, mi sono resa conto di avere la possibilità di reperire informazioni, di collocare nello spazio e nel tempo quei pochi racconti di mio padre dei ricordi che nonno aveva in qualche modo scelto di condividere, che nella mia mente avevano preso oniriche fattezze di scene da film epico. Ora le sto già sostituendo con le immagini e le fotografie dei posti in cui il XII btg AA Montebello risulta essere stato impiegato.
Ho trovato interessanti spiegazioni sulla costituzione dei Battaglioni M nella seguente pagina internet: www.ilprimatonazionale.it/approfondimenti/il-fronte-greco-e-la-costituzione-dei-battaglioni-m-storia-della-mvsn-4-72564/
Ma soprattutto, nella sezione dedicata al Raggruppamento Camicie Nere “3 Gennaio”, del sito www.regioesercito.it , ho trovato importanti notizie, in particolare informazioni sulla giornata riportata come data dell’azione di nonno meritevole di Croce al Valor Militare (9 gennaio 43); le riporto qui di seguito, e vi lascio immaginare la mia grandissima commozione nel leggerle:


…….il Comandante del XXXV Corpo d'Armata (CSIR) comunicava personalmente al Comandante della «Pasubio» l'ordine di ripiegamento. Alle ore 15 perveniva ai reparti il preavviso di movimento per raggiungere, ripiegando, la nuova linea Werchnje Miskowici-Nasarow. Ed a quei reparti poteva ancora essere affidato l'onore di costituire la retroguardia, continuando a lottare contro gli stessi nemici ai quali avevano tanto valorosamente conteso il possesso dell'ansa del «cappello frigio». Nella notte veniva raggiunto l'abitato di Medowa, verso le ore 9 del 20 dicembre quello di Popowka. I reparti legionari, con la Divisione «Torino», in cooperazione con reparti tedeschi, combattono per rompere l'accerchiamento. Verso le ore 22 la colonna perviene a Posdnjakow e vi sosta fino alle prime luci del 21 dicembre, quando viene ripresa la marcia.
Al mattino del 22 dicembre viene richiesto il contributo delle camicie nere per operare l'apertura di un varco in un nuovo accerchiamento. Ottenuto il successo, all'imbrunire, i sopravvissuti si contano: il solo Gruppo «Montebello» ha perduto altri 115 caduti, 380 feriti, 66 congelati e tra tutti questi 32 sono gli ufficiali. Il Gruppo «Tagliamento» subisce perdite analoghe.
Verso le ore 23 la colonna deve riprendere il movimento, che potrà essere seguito solamente dagli elementi più validi: feriti e congelati gravi dovranno essere lasciati sul posto.
Alle ore 9 del 24 dicembre, i reparti raggiungevano Bukarewskji ed all'imbrunire erano a Pressianowskji. Trascorrevano in faticosa marcia la notte santa di Natale ed alle ore 10 del 25 dicembre erano a Scheptukowka. Già alle ore 14 era ripreso il movimento e la colonna giungeva a Tschertkowo alle ore 1 del 26 dicembre. In quell'abitato, insieme ad elementi delle Divisioni «Torino», «Pasubio» e «Ravenna», delle unità direttamente dipendenti dall'8a Armata, dall'Intendenza, dal Il e dal XXXV Corpo d'Armata, nonché della 298a Divisione di Fanteria tedesca, i Gruppi «Tagliamento» e «Montebello» subivano un assedio di ventuno giorni. Quei combattenti, spesso frammisti in unità di formazione, tenute insieme da una volontà di lotta che trascendeva perfino la speranza di salvezza, difesero, di fronte all'alleato e contro il nemico, l'onore delle armi italiane. Molte furono le loro perdite. Ancora dovette ripetersi il doloroso abbandono dei feriti e dei congelati che non potevano marciare. In quelle difficili giornate, l'intero Gruppo «Montebello» non era in grado di schierare in linea più di 200 combattenti. Merita un ricordo particolare la giornata del 9 gennaio 1943, quando, alle ore 7, con una serrata preparazione di artiglieria, si sviluppava un attacco di fanteria sovietica, sostenuta da 9 carri armati. Uno di quelli veniva incendiato e arrestato a soli dieci metri dalle nostre postazioni, colpito con due colpi di fucilone anticarro. I legionari non si lasciavano intimidire dagli altri mezzi corazzati e dal battaglione di fanteria avanzanti e, cantando «Giovinezza» facevano bersaglio del fuoco delle loro armi automatiche gli elementi montati sui carri stessi, armati a loro volta di altre armi automatiche, ed i fanti che facevano seguito ai corazzati. In due ore di lotta, l'ondata nemica non ebbe ragione dei 60 italiani, che determinarono la distruzione di otto carri su nove e la distruzione pressoché totale del battaglione di fanteria. Anche individualmente gli italiani in camicia nera seppero dare esempio di fortezza d'animo.

Non vedo l’ora di ricevere risposta circa la richiesta del foglio matricolare e del fascicolo militare, spero davvero di recuperarli.. mi chiedo quanto tempo ci vorrà. Sto preparando una lista di testi da acquistare o reperire, tra cui quelli da voi suggeriti, e spero di riuscire a trovare quelli di difficile reperibilità (es. Ettore Lucas-Giorgio De Vecchi, Storia delle unità combattenti della M.V.S.N. 1923-1943. Roma, Giovanni Volpe Editore, 1976), con i preziosissimi consigli della sezione di questo forum dedicata; grazie ancora Patrizia.
Ringraziano per il messaggio: Patrizia Marchesini

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22/04/2019 15:30 #5 da Riccardo
Cara Floriana
avevo rintracciato anch'io il brano che lei riporta a proposito del btg Montebello e più in generale del XXXV Corpo d'Armata (di cui il primo faceva parte) e allora come oggi trovo strano, tra l'altro, che non si faccia il pur minimo cenno alla località di Arbusow (località dal nome scritto in vari modi) .
Il "contributo" che venne chiesto alle CCNN il 22 dicembre 1942 avvene proprio in questa località dove le colonne del "BLOCCO NORD" rimasero bloccate per più giorni. Sostarono all'addiaccio sotto il fuoco sovietico in un crescendo di sofferenze e follia.
Non è un caso se la località viene associata a "valle della morte"; purtroppo non l'unica a essere ricordata in quel modo.
Le descrizioni di che cosa vi accadde sono presenti in numerose pubblicazioni tra cui "I più non ritornano" di E.Corti, "l'aurora ad occidente" di M.Bellini, G.Bassi "dal fronte del Don ai lager sovietici" e altri.
Basti dirle che un numero imprecisato ma altissimo di nostri soldati (sicuramente più di 10000) vi morirono o furono fatti prigionieri.
Il "contributo" di cui si parla fu il tentativo di allargare le maglie della rete che soffocavano Arbusow; si citano ordini per alleggerire la pressione nemica e la risposta - un misto di rabbia, orgoglio e desiderio di reagire comunque allo stato di fatto - con cui gran parte dei nostri soldati, molti con la sola baionetta, si gettarono all'assalto trascinati da un leggendario cavaliere che sventolava una nostra bandiera.
Il bellissimo "i giorni dell'ira" di A. Lazzaretti ne tratteggia la scena: " AVANTI SAVOIA ! Il grido cupo e minaccioso dei nostri battaglioni morenti rimbalzò da un lato all'altro della conca ... AVANTI SAVOIA ! gridammo tutti in un desiderio supremo di espiazione e di oloausto insieme..."
La notte sul 24 una parte di loro riuscì a rompere l'accerchiamento e dirigersi verso Cercowo.
Forse anche mio zio è rimasto lì.
Riccardo B.
Ringraziano per il messaggio: Floriana

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13/05/2019 22:34 #6 da Floriana
Acquisterò ognuno di questi testi, superando la paura di soffrire. Provo un misto di profonda commozione e rabbia per quello che mio nonno ha dovuto vivere, per quello che è successo a suo zio, Riccardo. Ho finalmente ricevuto il ruolo matricolare richiesto, ci hanno messo un bel po di tempo, tra le feste, i ponti ed anche uno scambio di persona. Ho scoperto che nonno ha combattuto in Eritrea, poi in Albania, in Grecia, e la Russia. C'è scritto che fu rimpatriato per menomate condizioni fisiche, ma non capisco se a febbraio, o a marzo dopo essere stato per un mese in un campo in una località di cui non riesco a capire il nome. C'è scritto anche il numero del treno con cui è partito per il Fronte est.. le varie grafie non sono tutte facilmente leggibili.. spero di riuscire a trascrivere tutto e poi utilizzare le informazioni per richiederne altre all'Archivio dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito Italiano, anche se non so ancora bene quali documenti potrei chiedere loro.. Se può essere d'interesse per qualcuno, posso riportare la trascrizione qui.
Papà racconta che nonno si lamentava di essere stato l'unico del suo paese ad essere continuamente chiamato alle armi.. leggendo il ruolo matricolare avverto la sua pena, un crescendo dopo ogni esperienza.. Sul comò della camera da letto dei miei genitori, tra cornici e bomboniere preziose legate a ricordi felici, la statuina di una Madonna ha il posto più importante; sono tanti pezzi rincollati attorno ad un tappo di sughero. Mio nonno la prelevò da una casa abbandonata in zona di operazioni, probabilmente in Grecia, affidandosi alla Fede e alla Provvidenza. Tornato in Italia conobbe mia nonna e pochi mesi dopo dovette partire con il Corpo di Spedizione italiano in Russia; le disse che una volta rientrato si sarebbero sposati, e che non dubitava di tornare perchè avrebbe portato con sè la Madonnina che già lo aveva protetto.

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Moderatori: Patrizia MarchesiniMaurizio Comunello

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