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Ospedali militari di riserva n°6 e n°8.

02/12/2020 18:18 #1 da zamolo antonio
Ospedali militari di riserva n°6 e n°8. è stato creato da zamolo antonio
Buona serata
Mi chiamo Antonio e sono di Udine.  Casualmente mi sono imbattuto sul Vostro sito rimanendo ammirato dalla iniziativa.
Il dramma della ritirata di Russia,  è una storia di famiglia. Non mi è stato possibile conoscere direttamente le vicende dai miei famigliari che sull'argomento hanno sempre tenuto un dignitoso riserbo.
Cerco di ricostruire l'intinerario e le vicissitudini affrontate dai miei amati zii Giuseppe e Dino  nella ritirata di Russia.
Entrambi appartenevano alla Divisione Alpina Julia 8° Reggimento Alpini  Compagnia Comando di Reggimento e immagino battaglione Tolmezzo (nappina bianca) come si può vedere dalla foto scattata alla stazione di Udine alla partenza nei primi di Agosto del 1942.
Da quanto rilevo la Divisione Julia si sacrificò in una difesa di retroguardia finendo completamente  annientata 
dopo la resistenza a  Nowo Kalitwa, il successivo ripiegamento e la sanguinosa battaglia a Nowo Postojalowka il 19 e 20 gennaio 1943.
I superstiti dell'8 °Alpini si portarono nella zona di Postojalyvi ove vennero accerchiate e assalite dalle forze motorizzate russe che catturarono  la maggior parte dei soldati dell'8°.  I restanti raggiunsero Novo  Georgiewkj ove venne catturato il comandante Armando Cimolino. Alcuni tra quei  pochi che rimasero seguirono il capitano Pietro Maset (Maso) e s.Ten. Vettorazzo affrontando il terrapieno ferroviario di Nikolaevka seguendo la Tridentina.  Altri sopravvissuti con il Comando Divisionale  presero la pista della Cuneense finendo a Waluiki. 
In tale frangente lo zio Pino si distinse nella lotta dando prova di rabbioso ardimento con una azione per la quale fu decorato della croce al Valor militare.    
  Zio Giuseppe  riuscì a raggiungere il 30 gennaio  l'Ospedale Militare di Riserva n.8 ove gli prestarono le prime cure per il congelamento ai piedi. Poi fu trasferito all'Ospedale di Brest (Polonia). Dal treno ospedale il 4 febbraio, scrisse alla famiglia una Feldpost assicurando il suo stato di salute. 
Lo Zio Dino venne catturato, ma riuscì a scappare assieme ad un commilitone dal centro di  primo concentramento dei prigionieri. Percorse gli ultimi 7 km gattonando nella neve con i piedi congelati. Riceverà le prime cure il 1° febbraio nell'Ospedale Militare da campo n° 6 di Riserva e poi a Brest. 
Considerato che lo sparuto gruppo di superstiti si è ulteriormente diviso subendo destini diversi, Vi sarei grato se poteste indicarmi la posizione dei suddetti Ospedali di Riserva n.6 e 8 onde comprendere le direttrici che presero. Vi ringrazio .
Porgo i sensi della più distinta considerazione
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03/12/2020 17:43 - 05/12/2020 16:53 #2 da CATI ITALO
Risposta da CATI ITALO al topic Ospedali militari di riserva n°6 e n°8.
Gentile Signor Zamolo,
La tematica inerente alla campagna di Russia, è oltremodo interessante Ci propone sempre degli aspetti  prettamente militari, e anche umanistici.
La vicenda dei suoi due zii, l'hanno vissuta migliaia di nostri soldati.
In merito a quello che mi chiede, le posso dire che i due Ospedali della Riserva 8 e 6, erano sotto la giurisdizione diretta della Intendenza di Armata, che si occupava della logistica .
In quel periodo , il nostro ARMIR  poteva contare su:
16 sezioni sanitarie
38 ospedali da campo  in carico alle Divisioni
25 ospedali da campo in carico alla Intendenza
5 ospedali della riserva in carico alla intendenza
1 convalescenziario in carico alla Intendenza
3 nuclei chirurgici in carico alla Divisioni
Un numero imponente, e ben organizzato, che non aveva niente in meno di quelli tedeschi .
Venendo alle vicissitudini dei suoi zii, sicuramente lo zio Dino, seguì  la colonna di Maset , partecipando alla battaglia di Nikolaiewka e intraprendendo di seguito il movimento verso le linee italo-tedesche.
Da quel momento, gli spostamenti vennero fatti in treno , verso Gomel per gli illesi  e verso Karkov per i feriti.( a mezzo treno ospedale).
In questa località erano ubicati gli ospedali 6 e 8 , ed erano gestiti dalla Delegazione della Intendenza al comando del Maggiore Vincenzo Fornaro .
Successivamente, dopo un periodo di cura, i feriti  , sempre tramite treno ospedale, raggiungevano Brest.
Sicuramente più problematico il percorso dello zio Dino, però alla fine ha fatto lo stesso percorso del fratello.
Sarebbe bello esaminare i Fogli Matricolari, in giacenza ai rispettivi Archivi di Stato provinciali.
Spero di essere stato esauriente, mi faccia sapere se vuole se le interessano altre notizie.
ITALO CATI

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04/12/2020 23:12 - 04/12/2020 23:14 #3 da Patrizia Marchesini
Risposta da Patrizia Marchesini al topic Ospedali militari di riserva n°6 e n°8.
Buonasera, signor Zamolo.

A quanto le ha già scritto Italo Cati, aggiungo alcuni dettagli tratti dal libro sui Servizi Logistici delle Unità italiane al Fronte Russo (il volume è a cura dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito).

Gli Ospedali di Riserva, situati nelle retrovie, erano strutture destinate a militari per i quali era previsto un sicuro recupero e disponevano di mille posti letto... anche se in caso di necessità il numero dei ricoverati fu più elevato.

Il Centro Ospedaliero di Har'kov comprendeva gli Ospedali di Riserva 6 e 8, così come le ha riferito Italo Cati, nonché il Convalescenziario 2; sembra che nel dicembre 1942 vi fosse dislocato anche l'Ospedale da Campo 257 (trasferito in data 19.12 a Kupjansk e sostituito il 31.01.43 dall'Ospedale da Campo 827 proveniente da Starobel'sk).

Alla data del 28 gennaio 1943 - secondo quanto indica il volume suddetto - nelle strutture ospedaliere di Har'kov erano ricoverati circa duemila degenti italiani.
Essi, a causa degli eventi e dell'incalzare dell'avversario, vennero sgomberati mediante treni-ospedale italiani e treni attrezzati sia italiani sia tedeschi, mentre gli stabilimenti sanitari iniziarono a predisporre il proprio ripiegamento.
A seguito dell'arretramento del Corpo d'Armata alpino giunsero tuttavia in città tremila nuovi infermi; l'emergenza fu fronteggiata e i militari vennero sgomberati.
Il personale ospedaliero e il materiale sanitario vennero trasferiti - dall'8 febbraio 1943 - prima a Kiev, poi a Leopoli e infine a Kolomyja (città attualmente situata nella parte occidentale dell'Ucraina, ma all'epoca in territorio polacco).

Riguardo agli ospedali di Har'kov non sono in grado di fornire altre informazioni.
Poiché ha citato il sottotenente Guido Vettorazzo, mi permetto di segnalarle l'intervista a questo reduce:

www.unirr.it/testimonianze/768-intervista-a-guido-vettorazzo

Di certo saprà che Guido, purtroppo scomparso nell'estate 2019, aveva scritto un libro, Cento lettere dalla Russia (1942-1943).
Nell'elenco bibliografico disponibile in questo sito sono inclusi alcuni volumi inerenti al Battaglione Tolmezzo: le basterà inserire come parametro il vocabolo Tolmezzo, appunto, per ottenere una lista specifica di pubblicazioni su tale reparto della Julia.

Cordiali saluti.


Patrizia
Ringraziano per il messaggio: zamolo antonio

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