"Quale maggior occasione per i miei figli di poter sfruttare l'esperienza vissuta dal loro padre? di poter contribuire a far loro meditare cosa vuole dire essere in tempo di pace ed afferrare meglio il dono sublime della vita e per loro stessi e per la vita altrui"
La guerra oltre che crudele è stupida!"
Di
Vittorino Chioffi
- classe 1914 - abbiamo già parlato, in questo forum.
Dopo avere conseguito due lauree (la prima in
Chimica Pura, a Padova, nel 1937; la seconda in
Farmacia, a Ferrara, l'anno successivo), fu chiamato in servizio
per esigenze eccezionali a fine novembre 1942 e partì da Bologna il 1° dicembre, assegnato all'Ospedale da Campo 837 (dove avrebbe dovuto svolgere le mansioni di tenente farmacista).
Giunse a Millerovo il 7 dicembre. Il 21 maggio 1943 varcò di nuovo la frontiera italiana, al Tarvisio.
Tra quelle due date, la
sua Campagna di Russia.
Maria Cristina, figlia di Vittorino, ci dice che "Il papà non raccontava, era troppo doloroso."
Solo in alcune precise occasioni lasciava affiorare episodi che sottolineavano i buoni rapporti - testimoniati da molti altri reduci - esistenti fra i nostri soldati e un "popolo buono, di donne, di anziani genitori e di bambini."
Non aveva mai svelato ai familiari di avere scritto, diversi anni dopo il rimpatrio, un memoriale sul Fronte Russo e fu solo dopo la morte di Vittorino - il 23 gennaio 1989 - che Maria Cristina lo rinvenne in un cassetto.
Da quelle righe - oltre ai protagonisti dei pochi racconti che il padre aveva scelto di condividere con i propri cari - emergevano dettagli che ben spiegavano i silenzi di Vittorino, e quel suo sguardo smarrito verso orizzonti solo a lui visibili.
Il volume, a cura della stessa Maria Cristina, è stato pubblicato dall'editore
Tralerighe
(che di recente ha pubblicato anche il libro del professor Manlio Monticelli, il capitano medico che fu direttore dell'Ospedale da Campo 837) ed è doveroso sottolineare che quanto ricavato dalla vendita verrà devoluto all'Opera Don Calabria di Verona, che da sempre è impegnata nell'accoglienza di bambini e anziani bisognosi.
L'iniziativa - già lodevole di suo - trova una ragione ulteriore se si pensa che
Don Giovanni Calabria
(canonizzato nel 1999) - nel 1943, presso la sua
Casa dei Buoni Fanciulli - diede ospitalità ad alcuni bambini russi, orfani di guerra arrivati in Italia insieme ai nostri soldati, che li avevano praticamente adottati e assistiti durante il ripiegamento verso ovest.