Ciao, Alessandro.
La lettera che hai ricevuto in accompagnamento al Verbale di Irreperibilità di certo fa riferimento al
Tempio-Sacrario di Cargnacco
, a pochissimi chilometri da Udine.
Non vi è, quindi, un cimitero di guerra, ma una cripta - sottostante il Tempio - con i resti di un certo numero di nostri soldati esumati o da
cimiteri campali
italiani al Fronte Orientale (cimiteri ordinati dai cappellani militari) o da fosse comuni situate indicativamente lungo il percorso del ripiegamento e dove la popolazione locale seppellì - al momento del disgelo, nella primavera del '43 - i corpi di quanti erano morti (negli scontri per aprirsi la strada verso ovest, o per stanchezza, o per congelamento...).
Alcuni dettagli in più...
Naturalmente nei cimiteri campali trovarono riposo solo i militari deceduti prima dell'inizio del ripiegamento.
I cimiteri campali furono poi distrutti o comunque danneggiati seriamente dall'Armata Rossa in avanzata verso ovest e di essi non rimase traccia.
Siccome però i cappellani militari avevano realizzato piantine e mappe di riferimento piuttosto dettagliate, per il nostro Ministero della Difesa fu possibile identificare la posizione di alcuni di quei cimiteri e procedere (negli anni '90, in seguito al dissolvimento dell'Unione Sovietica e una certa apertura e collaborazione da parte del Governo russo) alle esumazioni dei resti.
Purtroppo lo sviluppo urbanistico nei decenni successivi al termine del conflitto e la realizzazione di lavori pubblici di un certo tipo (strade, ferrovie, edifici) non sempre ha consentito gli scavi e le esumazioni.
In ogni caso la stragrande maggioranza dei resti esumati dai cimiteri campali è stata identificata, grazie - appunto - alle piantine con i numeri delle tombe che i cappellani predisposero all'epoca, nonché grazie all'abitudine dei cappellani di inumare ogni caduto insieme a una bottiglietta di vetro contenente le generalità del caduto stesso.
Un certo numero di quei resti, una volta rimpatriati, è stato inumato nuovamente in un cimitero scelto dai familiari, e non a Cargnacco.
Per i resti esumati dalle fosse comuni, come è intuibile, l'identificazione è un problema. Alcuni di quei resti sono stati definiti
noti non identificati: significa che nella fossa comune furono probabilmente rinvenuti oggetti e cimeli che riconducevano all'identità di qualche militare... tuttavia le modalità di sepoltura non permisero di attribuire un nome certo a quei resti.
Non so se mi sono spiegata... il discorso rischia di diventare delicato e tristissimo.
Al momento - che io sappia - il Ministero della Difesa non ha mai esumato resti dalle fosse comuni dei campi di prigionia: i deceduti, infatti, venivano seppelliti nudi, senza alcun segno distintivo, mescolati per nazionalità e procedere alla loro identificazione sarebbe impossibile.
Cmq...
Ogni anno, la terza domenica di settembre, presso il Tempio-Sacrario di Cargnacco si svolge una cerimonia in ricordo di tutti i caduti e dispersi del Fronte Orientale.
Se la logistica te lo consente, perché non vieni?
Quest'anno la terza domenica cadrà il 20 settembre e, non appena tutto sarà stato definito, pubblicheremo nella home-page del sito U.N.I.R.R. (nonché nell'agenda-eventi del sito) il programma dell'evento.
Pensaci.
Cari saluti.
Patrizia