Buonasera, Luciano.
Mi spiace averla fatta attendere un pochino, ma è stata una settimana impegnativa.
Le sue ricerche mi sembrano accurate.
Mi ha commosso, oltre alla sorte del prozio Luciano (non credo sia un caso che portiate lo stesso nome), il fatto che abbia citato Gino Papuli. Fu il primo reduce che ebbi il coraggio di contattare, parecchi anni fa. Una persona speciale, di grande cultura ma - soprattutto - di straordinaria umanità.
Il libro di Gino,
Il labirinto di ghiaccio, non è molto conosciuto, ma meriterebbe maggiore diffusione e, nel mio piccolo, cerco di dargli visibilità il più spesso possibile.
Intanto è scritto benissimo. Ma lo ritengo importante perché racconta in modo piuttosto dettagliato le vicende della cosiddetta
Colonna Carloni che – come lei stesso ha sottolineato – fu l'ultimo reparto italiano a sostenere un combattimento in Unione Sovietica, a Pavlograd, appunto.
Gino Papuli, sfortunatamente, non c’è più: è morto nel giugno 2008.
Veniamo al suo prozio. Anche a me lascia perplessa la data iniziale di irreperibilità – il 17 febbraio 1943 – abbinata alla data di cattura menzionata nella documentazione del suo prozio: cosa avrebbe fatto dai giorni di Pavlograd al 16 aprile?
Stiamo parlando di un buco di due mesi.
Un’ipotesi? Luciano era ferito, oppure congelato, e trovò accoglienza presso la popolazione locale.
Questo accadde ad alcuni nostri soldati che tuttavia – presto o tardi – finirono in ogni caso nei campi di prigionia: la gente ucraina o russa sapeva bene il rischio che avrebbe corso nell’aiutare il nemico e, quindi, un eventuale aiuto sarebbe potuto essere solo temporaneo. Vi sono alcune testimonianze, al riguardo.
Dopo che la linea del fronte si fu spostata verso ovest, a chi fra i nostri soldati aveva trovato riparo presso qualche famiglia locale perché (ferito o congelato) non era riuscito a seguire le colonne in ripiegamento, toccò in sorte – in tempi abbastanza brevi – la prigionia che, purtroppo, per moltissimi ebbe epilogo tragico.
Ripeto. Si tratta di un’ipotesi. Ma potrebbe trattarsi anche di un errore di trascrizione. Mi spiego. Potrebbe essere che Luciano fosse caduto prigioniero il 16 febbraio 1943, o nei giorni immediatamente precedenti o successivi i fatti di Pavlograd...
Anche perché il campo ospedale n. 3007 – come lei ha evidenziato – si trovava piuttosto lontano e mi sembra improbabile che, tenendo buona come data di cattura il 16 aprile, lui avesse raggiunto Fosforitnyj, fosse stato registrato dalle autorità del campo e ne fosse stato annotato il decesso nel giro di soli quattro giorni dal momento della cattura stessa.
Insomma, ci sono dei buchi temporali che – come lei intuisce – difficilmente potranno essere chiariti.
Non sono in grado neppure di dirle con quale logica i prigionieri venivano destinati presso questo o quel campo. Forse dipendeva da quali linee ferroviarie fossero libere e disponibili in un determinato momento.
Certo, alcuni campi – Tambov e Uciostoje, oppure Nekrilovo o Hrenovoe... tanto per citarne alcuni – furono per moltissimi prigionieri italiani la destinazione iniziale (per gran parte di essi fu anche la destinazione definitiva, purtroppo), in quanto essi erano dislocati tutto sommato nelle vicinanze della linea del fronte e risultavano più facilmente raggiungibili (per modo di dire, considerate le vicissitudini affrontate dalle colonne di prigionieri).
Chissà poi se Luciano passò per qualche altro campo, prima di terminare i suoi giorni a Fosforitnyj.
Non so darle questa informazione ma mi auguro che i Memoriali Militari le spediscano il fascicolo di prigionia e che esso contenga il maggior numero di dettagli possibile.
L’ente russo riceve molte richieste, anche dai parenti di militari di altre nazionalità per cui in media occorre un mesetto per ricevere una risposta.
Di solito si fanno vivi in ogni caso, anche per comunicare di non avere trovato documentazione sul militare in questione.
Le chiedo se ha utilizzato un account gmail: molti lo consigliano, perché sembra offrire maggiori garanzie di ricezione.
Per il momento mi fermo.
Cordiali saluti.
Patrizia
P.S.1
Dario, altro utente del forum, le ha indicato il link per accedere ad altra discussione riguardante Fosforitnyj. Ha avuto modo di dare un’occhiata anche alla relativa
mappa
?
P.S.2
Ha visto - nel presente sito - l'articolo che rimanda al
libro fotografico di Fortunato Pagano
, furiere del III Gruppo del 120° Reggimento Artiglieria?