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Dovrei rileggermi testimonianze relative a Čertkovo (per esempio il libro di Eugenio Corti I più non ritornano, oppure L'aurora a occidente, di Mario Bellini), per rinfrescarmi la memoria e capire quali servizi vi funzionassero durante l'assedio: dopo qualche giorno si era instaurata una certa organizzazione, con i mezzi disponibili... ma è indubbio che è improbabile che la corrispondenza riuscisse a partire.
Quando avevo scritto che forse Domenico Grande poteva avere raggiunto Čertkovo, nella mia testa avevo ipotizzato non tanto che da lì avesse spedito una lettera in Italia, quanto piuttosto che un suo commilitone - uscito dalla città con la colonna che ruppe momentaneamente il cerchio avversario, e sopravvissuto al resto del ripiegamento - avesse in qualche modo avvisato la signora Clorinda una volta rientrato in Italia, riferendogli che al 10 gennaio 1943 il marito era ancora vivo.
Mi scuso per non essermi spiegata bene...
Ovvio che rimane una mera ipotesi e che è forse più plausibile che la signora Clorinda - come ha scritto Massimo giorni fa - avesse riportato alla Croce Rossa dettagli non veritieri nella speranza che non si abbandonassero le ricerche relative a Domenico.
Un saluto.
Patrizia
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