L'anello di Domenico Pozzuolo (4° Reggimento Artiglieria alpina - Div. Cuneense)

24/05/2017 20:55 - 24/05/2017 21:16 #1 da Patrizia Marchesini
Non aveva ancora compiuto venticinque anni, quando partì per la Russia.
Domenico - detto Gigi - era un giovane snello, con il sorriso ombreggiato da due baffetti e i capelli ravviati all'indietro.





Aveva comprato un anello per la morosa, ma lei ruppe il fidanzamento.
Il giovane lasciò l'Italia con il 4° Reggimento Artiglieria... e diede in consegna l'anello alla madre.


Domenico non fece mai ritorno. Risulta, come tanti del Corpo d'Armata alpino, disperso dal 31 gennaio 1943... data che non ci dice molto, purtroppo.
Morì durante il ripiegamento, durante una delle tante battaglie affrontate dalla Cuneense?
Forse la sua vita ebbe fine a Novopostojalovka, lo scontro più duro e sanguinoso, che costò perdite innumerevoli alla Divisione?
Oppure - stanco, ferito o congelato - si fermò, incapace di proseguire? Si fermò così, lungo la pista, e a poco a poco il suo corpo venne ricoperto dalla neve?
O, ancora, fu catturato e si spense più tardi... durante le marce del davai, o in un vagone zeppo di fame, disperazione e pidocchi?
O resistette più a lungo, arrivando in un campo di prigionia, per poi soccombere?

In ultimo era solo - seppure in mezzo a tanti - o qualcuno si trovava al suo fianco, a dirgli qualche parola, esortandolo a non arrendersi, spronandolo a rimanere vivo nonostante ogni cosa sembrasse essere contro la vita?
Cosa avrà pensato, Domenico?
Avrà rivisto, per un momento, casa sua? Avrà ricordato il profumo di salsedine, i caruggi di Genova, un gonfiore di nuvole all'orizzonte, quel motivo in voga che gli piaceva tanto?
O se ne andò furtivo, e il respiro ormai impercettibile si smorzò del tutto, senza che nessuno se ne accorgesse?
Può, una vita, spegnersi senza fare rumore?

Di lui rimane una foto non molto nitida. In treno, scattata forse durante il viaggio verso il Fronte Orientale.





Non sorride, l'artigliere Domenico Pozzuolo. Sembra assorto, con la mente e il cuore altrove.

La mamma lo aspettò.
Prima di morire, a metà degli anni Cinquanta, diede l'anello alla figlia, sorella di Domenico.
"Quando torna, però, glielo dovrai restituire.", disse.
Perché le mamme non si rassegnano mai.

Tutti, in famiglia, aspettarono Domenico, come se dovesse presentarsi sulla soglia di casa da un momento all'altro.
Sarebbe potuto arrivare in un tramonto di primavera, riconoscendo il profumo del basilico giovane nei vasi sui terrazzi.
O forse sarebbe tornato nel fiato caldo di un pomeriggio d'estate.
O in una sera buia, con le strade bagnate di pioggia e lucide come un mantello di foca.

Ma gli anni trascorsero, e anche la sorella di Domenico morì, nel 1983.
L'anello, simbolo concreto del ricordare, è passato alla figlia della sorella di Domenico, la signora Nicoletta Pallenzona, che ringraziamo per averci raccontato questa storia e per averci fornito le due fotografie.

Attualmente l'anello è custodito dalla figlia di Nicoletta... che di certo saprà averne cura, in memoria di quel prozio tanto atteso.
Allegati:
Ringraziano per il messaggio: Marco

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25/05/2017 22:31 #2 da Marco
Grazie alla sig.ra Nicoletta per aver voluto condividere la vicenda di Domenico e del suo anello.
Complimenti a Patrizia per la poesia con la quale ha saputo restituirci la sua storia.

M.
Ringraziano per il messaggio: Patrizia Marchesini

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