Salve, Alessandro.
Quanto lei segnala è stato riscontrato in diverse occasioni, per altri militari.
Mi spiego meglio, tenendo sempre presente che le mie possono essere soltanto ipotesi.
La data di dispersione del 15.12.1942 che emerge dall'elenco caduti e dispersi disponibile nel sito U.N.I.R.R. potrebbe essere quella che compariva sul primo Verbale di Irreperibilità, stilato dal Deposito del reparto del suo congiunto.
I Depositi dei reparti erano, ovvio, dislocati in Italia e redassero quei primi Verbali tra la primavera e l'inizio-estate del 1943, a seguito del rientro dei sopravvissuti al ripiegamento e sulla base di notizie purtroppo molto spesso frammentarie e lacunose.
Per tanti militari la data di dispersione coincide ancora oggi con il giorno in cui il reparto di appartenenza iniziò a ripiegare, oppure con il giorno in cui - raggiunte linee più sicure, dopo avere lasciato le proprie posizioni sul Don o nelle immediate retrovie - cominciarono i primi conteggi ufficiali delle perdite e ci si rese conto che moltissimi mancavano all'appello.
Come noto, la maggior parte dei militari che non fecero ritorno non morì durante il ripiegamento, ma venne catturata e terminò i propri giorni in prigionia (durante le famigerate marce del davai, durante i terribili trasporti ferroviari verso i campi, o nei campi stessi).
Degli italiani deceduti in prigionia prima che le autorità sovietiche ne avessero registrato le generalità è ormai difficilissimo accertare la sorte effettiva, a meno che un sopravvissuto abbia rilasciato una testimonianza ufficiale dopo il rimpatrio dall'Unione Sovietica (tali dichiarazioni, in determinati casi, sono state preziosissime per circostanziare almeno a grandi linee il decesso di un militare ritenuto disperso).
Sappiamo che negli anni '90 il Governo russo fornì al nostro Governo una serie di tabulati in cirillico con i nominativi di moltissimi prigionieri, mescolati per nazionalità, senza distinzione fra deceduti e rimpatriati, fra prigionieri dell'8ª Armata ed ex IMI; il lavoro di traslitterazione, molto complesso, si è protratto per anni... e ha consentito di identificare come morti in prigionia tanti nostri soldati scomparsi.
Purtroppo quegli elenchi non sempre fornivano tutti i dettagli utili: a volte il nome sembrava non corrispondere a quello di alcun militare italiano (per le evidenti difficoltà legate al trascrivere in cirillico i nominativi che i prigionieri riferivano a voce), a volte mancavano altri particolari importanti (il nome del campo, la data di nascita o di morte, il reparto di appartenenza).
Può essere che in un primo tempo, grazie al suddetto lavoro di traslitterazione, il Ministero della Difesa fosse riuscito ad accertare soltanto il decesso di Arturo a Uciostoje, ma non la data esatta di decesso. Pertanto, anche se poco plausibile e non corrispondente al vero, in alcuni documenti continuò a risultare la data di dispersione iniziale del 15 dicembre 1942 (e questo è ciò che si vede nell'elenco caduti e dispersi disponibile nel sito U.N.I.R.R., basato su dati Mindifesa in alcuni casi obsoleti).
Può essere che in seguito, grazie a controlli incrociati, il Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti abbia appurato che il decesso era avvenuto il 30 marzo 1943 (il che è plausibile, se si pensa a campi come quello di Uciostoje, dove i prigionieri morirono in percentuali altissime nei primi mesi del '43) e quindi tale data ora emerge dalla loro banca dati online (che periodicamente viene aggiornata).
Nella propria banca dati online il Commissariato Generale ha scelto di rendere visibili soltanto i dettagli essenziali e lei ha fatto benissimo a chiedere chiarimenti via mail. Ritenti, e ne approfitti per domandare se per caso vi siano testimonianze su Arturo custodite presso l'Albo d'Oro.
Spero le risponderanno.
Altro - l'avevo avvisata che sarei stata in grado di formulare solo qualche ipotesi - non sono in grado di aggiungere... ma inserirò una nota nella scheda del suo congiunto, specificando che la data di decesso/dispersione indicata attualmente da Onorcaduti è il 30.03.1943.
Patrizia