Sla riva dal Don
“Dulce et decorum est pro patria mori.”

 

A sòn partì da Saη Piér in Casàl
int’un vagóη, in pié cmè un cavàl.
Dop vintsett dì a son rivà in Ucraìna
magnand sól scatuléti e puìna.

 

Péna rivà i m’à spedì al frónt
anch se an’jèra ancora prónt;
e i m’à mìs int un bùs scavà
pin ad pdòć e póntghi a volontà.

 

E po’ ad guardia fin a zinc’or dla matìna,
cmandà ad sparàr a chi s’avsina.
Star smissià l’è ‘na turtùra;
a far la guardia chi è ch’agh dùra?!

 

E quand i russ i à fàt l’avanzàda
(e nù un’eroica ritiràda),
a s’è tucà ad far dù pass
all’indrè, tra nèv e giàzz.

 

Mill chilometri davvero,
a quaranta sottozero,
con i piè bej pìη ad piagh
e i marùη-glassè int il bragh.

 

E in fin in Italia, in quarantèna,
con i pdòć su e zò par la schièna.
Mo l’è andà dimondi gràsa
se nu’avéη salvà la plàza;

 

e se dòp tuta sta tempesta
anch al stómagh al fa un po’ festa,
arcurdenas int la bòna sòrt
al scrifizi ad quéj chi jè mort.

 

- Roberto Merighi -


 

Traduzione dal dialetto:

 

Sono partito da San Pietro in Casale

dentro un vagone, in piedi come un cavallo.

Dopo ventisette giorni sono arrivato in Ucraina

mangiando solo scatolette e ricotta.

 

Appena arrivato mi hanno spedito al fronte

anche se non ero ancora pronto;

e mi hanno sistemato in un buco scavato in terra

pieno zeppo di pidocchi e topi.

 

E poi, di guardia fino alle cinque di mattina,

con l'ordine di sparare a chi si avvicina.

Stare svegli è una tortura;

chi resiste, a fare la guardia?

 

E quando i Russi hanno scatenato l'offensiva

(e noi un'eroica ritirata),

ci è toccato fare due passi

all'indietro, tra neve e ghiaccio.

 

Mille chilometri, davvero,

a quaranta [gradi] sottozero,

con i piedi pieni di piaghe

e i marron-glacé nelle braghe.

 

E, infine, in Italia, in quarantena,

con i pidocchi su e giù per la schiena.

Ma ci è andata molto bene

visto che abbiamo salvato la pelle;

 

e se dopo tutta questa tempesta

anche lo stomaco fa un po' di festa,

ricordiamoci nella buona sorte

il sacrificio di quelli che sono morti.

 

 

 

 

Nota
Il padre di Roberto, Bruno, fu al Fronte Orientale con l'89° Reggimento Fanteria della Divisione Cosseria.
Riuscì a sopravvivere al ripiegamento, ma venne poi catturato dai Tedeschi dopo l'8 settembre 1943, rientrando in Italia a guerra finita, dopo mesi e mesi di prigionia nei lager nazisti.
La poesia è stata presentata al Concorso di Poesia Dialettale indetto dal Comune di Portomaggiore e al concorso Poetar Padano di Carpi.

 

 

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