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Spunti di lettura

09. Lettera da Izjum

Da Cento lettere dalla Russia, 1942-1943, Guido Vettorazzo, Museo Storico Italiano della Guerra, Rovereto, 2004

 

Izjum, 6 settembre 1942

 

Domenica. Vi sembrerà strano ma qui non si sente né il giorno feriale né il giorno festivo: tutti uguali. Contro ogni previsione, però, oggi abbiamo potuto assistere alla S. Messa celebrata dal Capp[ellano] Mil[itare] di un ospedale da campo. Qui non arriva posta, non c'è radio, non ci sono strade importanti, niente! Siamo isolati completamente e tutto quel che sappiamo del mondo si riduce a poco o niente.

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IN EVIDENZA

Testimonianze
Intervista a Nelson Cenci
Domenica, 07 Luglio 2019 13:44
di Patrizia Marchesini    Rimini, 21 febbraio 1919 – Cologne Bresciano, 3 settembre 2012   [...] Andare, andare chissà dove tra voli di farfalle e frinire di cicale. Andare e non ascoltare la voce degli uomini, non sentire il sonno della vita, non i passi dell’addio fra strapiombi di nuvole. - Nelson Cenci, Quando scende la sera (raccolta di poesie) -

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Notizie
La scomparsa di Guido Bellan
Sabato, 15 Giugno 2019 12:13
        Con profonda tristezza e unendoci al dolore dei familiari, segnaliamo il decesso di Guido Bellan, presidente della sezione U.N.I.R.R. Pedemontana-Treviso. Classe 1921, era partito per la Russia nel '41 con il C.S.I.R., assegnato al IV Gruppo Artiglieria Contraerei (cannoni da 75/46).

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Notizie
Ci ha lasciati Guido Vettorazzo
Mercoledì, 12 Giugno 2019 14:50
   12 marzo 1921 – 11 giugno 2019   Con grande rammarico abbiamo appreso che ieri alle ore 15.00 si è spento il professor Guido Vettorazzo, reduce notissimo del Battaglione Tolmezzo (8° Reggimento alpini, Divisione Julia). L'intervista con cui Guido aveva raccontato la propria esperienza al Fronte Russo – in origine pubblicata nel sito www.centoventesimo.com (ora inattivo) – era stata messa in evidenza nel nostro sito il 12 marzo scorso per festeggiare il novantottesimo compleanno di questa persona speciale.

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Recensioni
Stelio Dorissa, Il fronte russo nelle lettere di un alpino della Julia
Lunedì, 20 Maggio 2019 13:08
  Recensione di Patrizia Marchesini   Stelio veniva da Fielis di Zuglio, località che oggi conta una sessantina di anime. Era nato il 23 agosto 1922 e quando partì per il Fronte Russo – il 7 agosto ’42, come riporta il Foglio Matricolare – mancavano pochi giorni al suo ventesimo compleanno. Un ragazzo, dunque. Che i tempi e gli eventi renderanno uomo in fretta.

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Notizie
L'impatto della Campagna di Russia sull'economia del Regno d'Italia - Tesi di laurea di Alessandro Brugnatti
Giovedì, 09 Maggio 2019 15:23
    Alessandro Brugnatti si è rivolto al nostro forum nel giugno 2015, nel tentativo di capire cosa accadde al prozio Eolo Brugnati, assegnato alla 10ª Compagnia del III Battaglione del 277° Reggimento Fanteria (Divisione Vicenza). Eolo, infatti, non era mai tornato a casa: come per tantissimi altri fanti della suddetta Grande Unità, di lui si persero le tracce in quell'inverno...

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Recensioni
Giovanni Di Girolamo, Prigionieri della steppa
Giovedì, 02 Maggio 2019 21:00
  Recensione di Riccardo Bulgarelli   Conosco Giovanni da tempo e sono probabilmente il meno indicato per recensire il suo Prigionieri della steppa. Tuttavia l’ampia messe di dati che fornisce e l’orizzonte a 360 gradi attraverso il quale affronta i vari aspetti di quella che fu “la storia della Celere e del 3° Reggimento bersaglieri in Russia”, sottotitolo del libro, mi rendono grato ancorché doveroso il compito.

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Testimonianze
Intervista a Guido Vettorazzo
Martedì, 12 Marzo 2019 14:35
 di Patrizia Marchesini   Guido e la moglie Ilia, purtroppo scomparsa nel 2018   Guido Vettorazzo – al Fronte Orientale con il Battaglione Tolmezzo (Divisione Julia) – non ha bisogno di presentazioni, in quanto è ben noto a chi si occupa di Campagna di Russia... L'intervista che segue è il frutto del nostro primo incontro (risalente all'autunno 2011) e venne pubblicata – allora – nel sito www.centoventesimo.com (dedicato al 120° Reggimento Artiglieria della Divisione Celere), che da qualche tempo non è più attivo. Mi sembra un omaggio doveroso riproporvela oggi, 12 marzo 2019, giorno in cui ricorre il novantottesimo compleanno del caro Guido, cui vanno i nostri auguri più affettuosi...

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Notizie
2 marzo 2019 - Cerimonia di tumulazione presso il Tempio Sacrario di Cargnacco
Giovedì, 21 Febbraio 2019 19:03
      Tra gli scopi che l'U.N.I.R.R. si prefigge da sempre vi è anche quello di "adoperarsi con tutti i mezzi per la ricerca di notizie sui Dispersi e prendere le opportune iniziative per il recupero delle salme e dei resti dei Caduti." (Articolo 3 del nostro Statuto) Per tale motivo sin dall'inizio abbiamo seguito con attenzione quanto stava accadendo nella Regione di Kirov, dove era stata scoperta una sepoltura comune di dimensioni ragguardevoli con i resti di un grande numero di prigionieri di guerra... 

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Non vantiamo benemerenze, né ricerchiamo onori o riconoscimenti. Non ricordiamo più le nostre ferite. Solo piangiamo i nostri Morti. Noi non ricordiamo più nulla. Né il gelo mortale, né le orrende carneficine, né i supplizi dei campi di concentramento. Non ricordiamo più il volto del giovane ufficiale dei bersaglieri che offre la sua vita per fermare un  mostruoso ordigno che ci minacciava di sicura morte. Non ricordiamo il baffuto graduato che, abbarbicato alla sua arma, ci lascia il tempo per sfuggire all'accerchiamento. Non ricordiamo l'anziano colonnello che alla testa di un pugno di uomini apre un varco agli altri che arrivano finché si abbatte fra le loro braccia. Non ricordiamo più la neve, il gelo, le isbe accoglienti e pur micidiali trappole, non ricordiamo i 700 o 1000 chilometri percorsi, né la lunga fila di sagome immobili lasciate dietro di noi, né la marcia del "Davai", né i colpi di grazia scaricati su chi si fermava. No!
Siamo degli uomini duramente provati che hanno trovato la forza di credere ancora nella vita e, quasi compiendo un ultimo dovere che ci competeva, ci siamo rimboccate le maniche e abbiamo chinato la schiena nel lavoro.
Rientrando in Patria ed edotti di quanto era avvenuto ed avveniva ci mettemmo in disparte, ci armammo dei ferri del mestiere e, tenacemente, senza una protesta, senza grida, senza pretese, umilmente ci accingemmo a partecipare alla ricostruzione del nostro Paese, delle nostre Famiglie.
Non ci importò trovare la casa distrutta, il posto di lavoro scomparso, la famiglia dispersa qua e là.
Ci armammo di coraggio e di fede e questa volta la storia coronò i nostri tenaci sforzi.
Ma un tarlo rodeva i nostri cuori.
Rientrando in Patria trovammo solo i nostri cari ad accoglierci.
Pur nella dolorosa odissea ci aspettavamo un gesto, un abbraccio della Madre Patria, da noi tanto sognata, che ritrova i suoi figli. E invece qualche sparuto e sporadico saluto, ma soprattutto indifferenza e quasi insofferenza.
Non capi di Stato o di Governo, non Ministri o Generali, ma le Crocerossine con le pompe al DDT.
Nella nostra ansia di avere una degna Patria ed una famiglia ricostituita e felice, lasciammo passare l'ubriachezza di falsi storici e le menzogne clamorose di ideologie inumane che serpeggiavano ormai in tutti gli ambienti. Dopo i nostri timidi racconti non creduti ci chiudemmo in un dignitoso mutismo. Alcuni di noi emigrarono un po' ovunque per non sentirsi estranei in Patria.


ECCO CHI SIAMO!

PERCHÉ SIAMO?

 

Perché vogliamo che questa tragica pagina della Storia d'Italia non sia del tutto cancellata, come se non fosse avvenuta. 

Vogliamo riavere i resti dei nostri Caduti. Li vogliamo qui tra noi! Sappiamo quanto ciò sia difficile.
I prestigiosi Presidenti Nazionali dell'U.N.I.R.R. hanno speso immense energie e infinita pazienza nella anticamere ministeriali. Appelli, proclami, preghiere insistenti sono stati consegnati a tutti i Presidenti della Repubblica, a Presidenti del Consiglio, ai vari Ministri degli esteri, alle Ambasciate italiane e russe, ai Presidenti dei Veterani russi, al Vaticano. Ogni occasione di visite scambievoli è stata colta per presentarsi, per chiedere, per implorare. E insisteremo ancora e sempre!
Vogliamo che nelle scuole, nelle caserme, siano ricordati i Caduti e i Dispersi; i nostri fratelli che immolarono la loro giovane vita per compiere un supremo dovere.
Molte vie di città italiane, molte caserme non portano i nomi dei nostri Eroi decorati di medaglia d'Oro.
Lo pretendiamo!
I nostri Labari debbono essere presenti ad ogni manifestazione d'italianità per dimostrare ancora e sempre quali sentimenti animano i veterani di Russia. Ognuno di noi ha visto cadere al proprio fianco uno o più commilitoni, li ha sorretti nella dura marcia di ripiegamento, li ha incoraggiati nelle tenebre della prigionia. Vorremmo che non venissero ignorati tali episodi di fratellanza e di eroismo che allora ci tennero uniti ed il sacrificio di tanti per la salvezza di pochi. Vorremmo che non fossero ignorati dalle nuove generazioni le gesta dei loro padri. Se è vero che negli anni bui perdemmo la fiducia in questa nostra Italia squassata da idee folli e dalla perdita di ogni valore morale, patriottico e civile, è anche vero che oggi i giovani hanno voglia di sapere.
Voglia di conoscere cosa hanno fatto i loro padri, i loro nonni. Sentono parlare di Don, di Izbušenskij, di Nikolajevka, di Mičurinsk, di Tambov, di Khrenovoe, di Suzdal' e non sanno che da quei posti sono passati e sono rimasti per sempre circa 90.000 soldati italiani.
Non sanno che lungo il cammino della sconfitta brillarono di una eroica luce gli eroismi di tutta una Armata. Non conoscono le Divisioni che si immolarono sui campi di battaglia: la Cuneense, la Julia, la Tridentina, la Sforzesca, la Torino, la Cosseria, la Ravenna, la Vicenza, la Pasubio, la Celere, la IV Flottiglia Mas, l'Areonautica F.O., il Raggruppamento CC.NN., i Carabinieri.
Non sanno che 153 medaglie d'oro, quasi tutte alla memoria, sono la punta di un iceberg sotto il quale mille e mille sconosciuti EROI giacciono per sempre senza medaglie né onori.
Per loro, per il loro supremo sacrificio, per le loro eroiche gesta sono state conferite 31 Medaglie d'Oro alle Unità combattenti.
L'U.N.I.R.R. si propone di valorizzare, fare iscrivere sugli Albi d'Oro della Patria queste pagine di storia affinché il popolo italiano ne conservi gelosamente la memoria.
Le guerre diventano lievito di un popolo anche se sono state perdute purché non siano artificiosamente cancellate per soddisfare le meschine ideologie limitate dal tempo che inesorabilmente le cancella, mentre la Storia di un popolo è perenne ed indistruttibile.
Storia di un popolo fatto di guerre vinte o perdute, di civili progressi e di momenti bui, di luci e di ombre, di frenetici sviluppi e di brevi stasi.

M. P.

 

 

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