Nell'estate del 1942 i due fratelli Andrea e Risbaldo Bordino – originari di Castellinaldo, in provincia di Cuneo – partirono per il Fronte Orientale con la Divisione Cuneense.

Catturati entrambi dai Sovietici nei pressi di Valujki, trascorsero un primo periodo in tale città.

In seguito finirono ad Ak Bulak.

Andrea BordinoAndrea visse condizioni drammatiche, poiché divideva il poco cibo ricevuto con chi stava peggio.

Si ammalò di tifo petecchiale, ma sopravvisse.

Andrea fu poi trasferito in un lager enorme, dove i prigionieri ritenuti abili al lavoro venivano impiegati nelle miniere di carbone.

I due Bordino si ritrovarono nel 1944 in un campo in Uzbekistan: Andrea fu adibito alla coltivazione del cotone, mentre Risbaldo divenne responsabile della distribuzione del pane in quel campo di prigionia e fece pertanto in modo che al fratello fosse assegnata una mansione meno gravosa.

Andrea diventò aiuto-panettiere, ma alcuni reduci testimoniarono che, in un primo tempo, avesse rifiutato l'incarico per rimanere accanto ai distrofici del lazzaretto.

 

Il termine del conflitto trovò i due fratelli ancora in vita. Vennero rimpatriati nel 1945. Per primo giunse a casa Andrea, ridotto a quaranta chili, meno della metà del suo peso abituale.

Tornò anche Risbaldo. Piano piano le loro condizioni migliorarono. Uno dei primi pensieri fu quello di mantenere la promessa che avevano fatto durante un pernottamento all'addiaccio, poco dopo essere stati catturati dai Sovietici.

Quella notte si erano detti che, se fossero riusciti a sopravvivere al freddo (e se avessero avuto la fortuna di tornare), avrebbero eretto un pilone votivo alla Madonna Consolata. Tennero fede al voto.

 

Pilone votivo - Madonna Consolata

 

La vita riprese a poco a poco.

Risbaldo conobbe una ragazza e pensò di formarsi una famiglia. In Andrea, invece, l'esperienza del Fronte Orientale e della prigionia aveva lasciato segni profondi.

La sua vita di prima della guerra non gli bastava più. Era cambiato.

Un colloquio con un sacerdote fece chiarezza e lo aiutò a capire quale percorso desiderasse intraprendere.

 

Nel 1946 entrò all'Ospedale Cottolengo di Torino, iniziando il proprio servizio di assistenza ai malati.

Il 13 luglio 1947 presentò domanda per entrare in noviziato: "Voglio lasciarmi condurre per mano da Gesù."

Indossò l'abito dei Fratelli Cottolenghini e gli venne imposto il nome di Fratel Luigi della Consolata. Da tutti era però conosciuto semplicemente come Fratel Luigi.

Durante l'anno di noviziato studiò voti e regole, imparando a dare risalto anche all'aspetto spirituale della sua vocazione.

Emise i primi voti il 19 luglio 1948, rinnovandoli di anno in anno fino al 1965, quando – a seguito dell'approvazione pontificia della sua congregazione – i voti divennero permanenti e, con essi, la sua professione religiosa.

 

Fratel Luigi iniziò, poi, il servizio come infermiere, frequentando allo stesso tempo un corso adeguato.

Fu infermiere per trent'anni in sala operatoria e nellle sezioni di chirurgia e ortopedia. I medici dell'Ospedale Cottolengo avevano molta stima di lui, tanto che il dottor Carlo Vassia affermò che Fratel Luigi "assommava in sé la perfezione professionale alla perfezione umana."

 

Al centro, Fratel Luigi

 

Per le sue doti indiscutibili i superiori gli affidarono incarichi sempre più significativi e delicati, anche in ambito organizzativo.

 

Nel 1975 – causa una persistente stanchezza, che lo costrinse a rallentare i ritmi – si sottopose ad alcuni accertamenti clinici: gli venne diagnosticata la leucemia.

Le sue condizioni peggiorarono in maniera inesorabile finché, il 25 agosto 1977, terminarono le sofferenze di Fratel Luigi ed ebbe fine il suo cammino terreno.

 

Sabato 2 maggio 2015, nel bel mezzo dell'Ostensione della Sindone, Fratel Luigi è stato proclamato Beato.

L'evento si è svolto presso l'Area Vitali del Parco Dora, a Torino.

 


 

Informazioni e immagini tratte dal sito dedicato a Fratel Luigi Bordino.

 

 

 

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