Recensione di Patrizia Marchesini

 

 

Fronte del Don Riccardo Bulgarelli copertinaChi si interessa di Campagna di Russia conosce l’ansia di sapere dei familiari, ansia tanto più impellente se riferita a chi non è tornato e la cui sorte è tuttora sconosciuta. 

Molti intraprendono un percorso di ricerca più o meno approfondito. Ma di rado tutto questo si traduce, poi, in un libro. 

Perché un progetto bibliografico richiede tempo, passione, energie e volontà a non finire. 

 

Riccardo, socio U.N.I.R.R. della Sezione di Torino, ce l’ha fatta.

Il suo Fronte del Don, lavoro considerevole, tenta di comprendere cosa accadde a Rubens, fratello del padre. 

Rubens lasciò l’Italia nel luglio 1942, sposo di Anna da circa un anno. 

Era un sergente del LXXIII Gruppo Artiglieria, 9° Raggruppamento Artiglieria d’Armata, e già nel ricostruire gli eventi in cui fu coinvolto tale reparto – e per capire come e quando lo zio vi fu assegnato – l’impegno di Riccardo si mostra significativo. 

L’autore – oltre a non essere avaro di dettagli tecnici – spiega che, in realtà, delle tre Batterie del LXXIII Gruppo Obici da 210/22 due vennero cedute ad altrettanti Gruppi subito dopo l’arrivo al Fronte Orientale, acquisendone altre due di calibro differente e minore. 

 

Se ogni ricerca è, in fondo, un viaggio... possiamo dire che Bulgarelli non si è certo limitato al pacchetto-standard. Pensiamo alla Campagna di Russia come a una città e immaginiamo Riccardo soffermarsi doverosamente davanti agli edifici principali per coglierne gli aspetti e i dettagli più importanti, per poi addentrarsi nel dedalo intricato del centro storico, senza trascurarne i vicoli più stretti che potrebbero offrire scorci inaspettati. 

Vicoli angusti al punto da dare angoscia, perché pieni di gomiti in cui la luce del sole si spinge di rado. 

Ogni viaggio spinge chi lo compie a documentarsi il più possibile sulla meta prescelta e anche Riccardo non fa eccezione.

Una prima ipotesi farebbe pensare che Rubens sia scomparso a seguito dei combattimenti ad Arbuzovka, tra il 21 e il 23 dicembre 1942. 

Una seconda ipotesi, derivante da approfondimenti bibliografico-documentali ulteriori (e insperati), riconduce – invece – agli scontri sostenuti dalla colonna del 3° Reggimento bersaglieri nella zona di Meškov, dopo che quest’ultimo reparto aveva lasciato – purtroppo in grave ritardo – le proprie linee sul Don. 

Nello scorrere le pagine del libro, si è del tutto vulnerabili – dal punto di vista emotivo – dopo avere letto alcune righe: “[...] lo immaginai accartocciarsi lentamente e dissolversi, ma non sentii rumori [...]. L’ho trovato, nonna! Ha il tuo volto, papà.” 

 

Purtroppo a nessuna delle due ipotesi l’autore è riuscito – finora – a dare forma certa. Entrambe rimangono valide. Entrambe sono possibili, anche se una testimonianza molto specifica indica Rubens come deceduto a Meškov e quindi è naturale darvi maggior credito. 

Cruciali furono le ore del 19 e 20 dicembre 1942, che Bulgarelli seziona in modo quasi chirurgico, evidenziando carenze innegabili a livello degli alti Comandi. 

Nonostante questo, l’autore riconosce di essersi trovato a un “bivio nel quale le tracce di zio Rubens andavano in tutte e due le direzioni.” 

E non si può escludere nemmeno che – anche ammettendone la presenza a Meškov – Rubens fosse stato catturato per poi concludere i propri giorni in prigionia.

 

Bulgarelli – nel tratteggiare incertezze e considerazioni finali – parla di “insuccesso angosciante”.

Seppure comprensibile, l’amaro delle pagine conclusive deve essere stemperato dalla consapevolezza di avere svolto un lavoro capillare che ha saputo unire una ricerca oggettiva e razionale a un affetto palpabile e rispettoso... connubio – questo – che a mio parere ha portato alla stesura di un libro molto buono.

 

 

Riccardo Bulgarelli, Fronte del Don – Dicembre 1942 – Arbusowka-Meskoff – Sulle tracce di Rubens

Edizioni Artestampa, Modena, 2017

 

 

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