TRASCRIZIONE:
15-16 dicembre 1942...
Cosa vi è successo, quindi?
Eravamo là, fermi sul posto e vedevamo, e ci dicevano che le cose andavano male.
Per un giorno o due andarono male e il terzo giorno ci han detto: "Scappate, perchè ci sono i Russi, chi si salva, si salva."
Non c'è stato niente di organizzato, e siam partiti tutti, in colonna, a piedi.
Ho camminato tutto il giorno, tutta la notte, tutto il giorno dopo e la notte dopo, e al mattino seguente mi han preso.
Ma vi eravate fermati, quindi?
Ci siam fermati un'ora per riposare, un'ora appena. Abbiamo sempre camminato, con tanta neve così.
Durante la ritirata si poteva mangiare, perché per terra c'era di tutto.
C'erano forme di formaggio così, c'erano sacchi enormi, di pasta, di scatolette, di tutto.
Si mangiava quel poco che si poteva perché più in là nessuno poteva portarla. Si buttava via tutto.
Camminavamo con gli ufficiali davanti o dietro e c'erano quattro, cinque carri armati tedeschi che ci accompagnavano.
Ma poi ci hanno fermato. I carristi han potuto scappare ma noi siam rimasti là!
Montani e Dalla Piazza volevano che venissi via da dov'ero, perché andavano indietro di 70 chilometri, ma non sapevano niente.
Mi dissero: "Vieni anche tu." E io risposi: "No, non vengo, perché potrebbe anche non succedere niente."
E loro "Ma il maggiore Rinaldi..." E io: "Rinaldi non lo conosco mica, potrebbe portarci chissà dove..."
"Ma no...", dissero, "Perché ha le carte topografiche." Ma io: "No, io resto qua!", "Vieni via o resti qua?"
Io sono rimasto... e mi hanno preso!
Ci racconta com'era il vostro abbigliamento, le vostre scarpe?
Avevamo le nostre scarpe, ma... erano fatte come quelle che abbiamo qua in Italia.
Si è sempre parlato degli Italiani in Russia con le scarpe di cartone...
Sì, perché si camminava, si bagnavano e si rovinavano. Tanti se le levavano, le buttavano e si mettevano delle fasce attorno ai piedi.
Ma erano veramente di cartone?
No, no...
Forse si scollavano...
Avevano i chiodi, ma si aveva il freddo con i chiodi.
Io avevo un paio di scarpe con cui andavo bene, ma dopo due-tre giorni di cammino di seguito, prima che mi prendessero, ci han fermato tutti in un posto, ho levato le scarpe, ma poi non riuscivo più a metterle: i piedi non entravano più!
Si erano gonfiati i piedi?
Sì, e allora lì, per fatalità, ho incontrato quello che credo fosse un pontiere, anche se non ne sono sicuro.
Gli ho detto "Dammi le tue scarpe, che tu hai il piede più piccolo"
Questi si è convinto e me le ha date!
Mi ha dato due scarpe con le quali sono andato meglio che mai! Perché altrimenti...
Ho idea che quello lì, poveretto, ha provato le sue sofferenze!