TRASCRIZIONE:
Mi hanno anche ferito. Non l'abbiamo ancora visto! Ah, ma non si vede neanche più. Non so se si vede... eh, non si vede... è andata una pallottola qui e venuta fuori proprio qua...
È entrata da una parte e uscita dall'altra.
Ha perforato l'osso?
L'osso non l'ha neanche toccato.
Questo è successo prima di essere prigioniero?
Sì, io sentivo il sangue che andava giù, ma poi si è fermato e non ho neanche guardato, mai.
Sono arrivato al campo [di prigionia] dopo diciotto giorni ed ero guarito! Ho guardato da una parte all'altra ed ed era guarito!
Non ero l'unico. Ce n'erano di camion, là, carichi di feriti! Mamma quanti camion! E i feriti dicevano: "Aiuto, aiuto, papà e mamma..."
Mamma e papà chiamavano?
Oh sì, mamma... mamma... mamma!
Erano feriti, chi le spalle, chi la faccia.
Il momento più difficile qual è stato?
Eh, quello là. Quando mi hanno preso... ho passato dei giorni...
Poi, la ferita la prima notte non l'ho mai guardata. C'erano le fasce e basta!
Andando nella colonna mi addormentavo e cadevo a terra e un mio amico di Treviso mi prendeva e diceva: "Su, dai, andiamo..." e io mi sollevavo in piedi e camminavo.
Ma avevo la febbre e avevo questa ghiandola qua ingrossata.
Camminavo così, tutto di traverso.