TRASCRIZIONE:
E quand'è che avete saputo che vi avrebbero liberato?
Un mese, un mese e mezzo prima di venire via.
"Adesso partono gli ammalati, li mandano in Italia."
E han mandato dopo 15 giorni gli ammalati in Italia.
Tutti salutavano: "Ciao, ciao, fai sapere di qua, fai sapere di là quando sei in Italia...", e via!
Poi si doveva partire noi, dopo dieci giorni, quindici, e invece: fermi!
C'era da raccogliere il raccolto perché era autunno.
Avevano bisogno ancora di braccia?
Sì, e ci han tenuto fino a novembre.
Diciassette giorni esatti ci abbiamo messo a venire giù.
Sempre in treno?
Sì, in treno.
E quando siete arrivati in Italia come siete stati accolti?
Ci han dato da mangiare e ci han dato il vestito nuovo a tutti, a parte quelli che son scappati a casa ancora prima che scendessimo.
Ci han dato un vestito e alla mattina siamo arrivati ai Balconi.
Cos'è il Balconi?
Balconi di Pescantina. Era l'arrivo dei prigionieri. Arrivavano tutti ai Balconi di Pescantina.
Ma è un posto, un paese?
Sì, è qua vicino, a cinque chilometri.
E li arrivava il treno quindi?
Con i prigionieri arrivava il treno, li scaricavano e ci si arrangiava.
Ma c'erano ancora quelli della bassa Italia che proseguivano.
Ma erano state avvertite le famiglie che stavate arrivando? È venuto qualcuno alla stazione ad accogliervi?
Le famiglie non sapevano niente.
Ah, quindi vi siete presentati in casa, suonando il campanello e avete fatto fare un colpo ai familiari?
Sì, ecco, ecco.
Mio padre è venuto quella volta lì al treno, anche lui. Era la prima volta, ed è stata anche l'ultima.
È venuto là e io ero sul treno. Noi tutti guardavamo fuori, e così vedo qualcuno che camminava ed erano mio papà e un altro.
Mio papà non mi ha visto, e disse all'amico: "Neanche stavolta..."
Poi, smonto, e pian piano, a forza di cercare in mezzo a tutta 'sta gente che aspettava ai treni, li vidi che camminavano.
Mi guardarono gli stracci senza riconoscermi, e io gli andai per di dietro.
Sentivo che dicevano: "Neanche stavolta son venuti a casa. Sarà per un altra volta."
In quella, gli batto sulla spalla e mio padre mi abbraccia...
(commozione)
... e disse "Questa volta ci siamo tutti!"
E siamo andati a dormire da una famiglia che conosceva lui a Pescantina.
Alla mattina sarebbero andati a prendere il vestito. Mi hanno dato da mangiare e da bere. Ho bevuto un bicchiere di vino che erano tre anni che non se ne vedeva, e poi volevano farci andare a dormire in un letto.
Ma noi: "No, no..." Abbiamo rifiutato. Siamo andati in stalla, abbiamo preso una balla di paglia, l'abbiamo aperta e ci siamo buttati là.
Non potevamo dormire in casa, perché eravamo tutti pieni di pidocchi!
Siamo rimasti lì fino alla mattina, quando siamo partiti da Pescantina. Mio papà aveva il cavallo e il carretto e siamo saliti.
Siamo scesi e siamo arrivati qua, in Piazza delle Erbe. C'era un autista del paese che aveva la macchina, ed era venuto giù apposta con mia mamma e i miei fratelli.
Ci siamo salutati, e quando ci siamo salutati veniva da piangere a tutti.