Lelio Zoccai
, reduce del XXX Battaglione Guastatori (Corpo d'Armata alpino), è deceduto il 20 aprile scorso, giorno di Pasqua.
Catturato dai Sovietici a fine gennaio 1943, rientrò dalla prigionia soltanto nel luglio 1950.
Giorni fa sono andata a trovare la signora Lucia, moglie di Lelio, che mi ha regalato un libro con alcune poesie.
Si intitola
Rime dal gulag.
Versi in cui si intrecciano speranze, ricordi, sogni e disperazione. Versi composti durante i mesi trascorsi in isolamento, nel carcere duro di Rossoš', mai scritti con carta e penna, impressi nella mente e nella memoria in modo indelebile...
Versi di cui, anche dopo il rimpatrio, nessuno era a conoscenza. Rimasero nascosti, "forse per pudore, forse per dimenticare il passato", come racconta Zoccai nella premessa iniziale.
Soltanto cinquant'anni dopo il suo ritorno Lelio decide di pubblicarle, per farne dono - corredate da una dedica - a ognuno dei nipoti.
Queste rime furono - per Zoccai - una maniera per ribadire la vita e tutto quanto della vita fa parte: ricordi, affetti, luoghi e persone...
Vorrei condividerne una con tutti voi, scritta in un momento di sconforto profondo. Nonostante il rifiuto di farsi abbattere trapeli, vi è quasi rassegnazione per ciò che il domani porterà...
Giorni cupi, tristi e freddi
Il giorno è cupo, triste e freddo,
piove e il vento non ha pace,
ferma è l'edera tenace
aggrappata al muro amico.
Cadon foglie penzolando
altre in lotta disperata
giostran attorno al proprio gambo
ma la sorte è già segnata
e pur loro andran nel fango
con la prossima folata.
E il giorno è cupo, triste e freddo!
La mia vita è triste e fredda,
soffro, e il cuore non ha pace.
Il ricordo è ognor tenace, aggrappato al muro antico...
Ma ingiallisce la speranza
nata al tiepido passato,
per resister il sol le manca
e, qual foglia al vento irato,
triste cade, e sulla pianta
lascia il posto che ha trovato...
E il giorno è cupo, triste e freddo!
Non impazzire, o triste cuore,
torna al quieto tuo pulsar,
torna al tempo pien di sole,
di sereno e libertà.
Non invitarmi a quel pensier,
se pur stanco e più non credi,
ogni vita deve aver
giorni cupi, tristi e freddi.
Ciao, Lelio...
Lelio Zoccai e il padre, pochi giorni dopo il rientro di Lelio dalla prigionia
Lelio Zoccai in un'immagine recente