Se n'è andato ieri.
La diagnosi, recentissima, era di quelle che non perdonano.
Se n'è andato così, in un pomeriggio assolato di settembre, due giorni dopo avere compiuto 92 anni.
Lui in Russia non aveva sparato un colpo. Diceva che la bella calligrafia, ordinata e nitida, era stata la sua fortuna, in quanto gli aveva riservato un posto nella fureria del 90° Reggimento della Divisione Cosseria.
Era goloso, Bruno: "Guarda che se non vieni a trovarmi in fretta i cioccolatini che ti ho comprato li mangio io."
E, una volta, era andata a finire proprio così...
Aveva una figura elegante, e la battuta pronta.
Il suo pallino erano le cartine. Relative alla Campagna di Russia, naturalmente.
E gli piaceva molto leggere. Di Russia, naturalmente.
E' stato lui a regalarmi, circa due anni fa,
Guerra assoluta, di Chris Bellamy.
Caro Bruno. L'ultima volta che sono andata a trovarlo - poco più di un mese fa - stava ancora benino.
Come sempre mi ero inerpicata a piedi fino al suo appartamento. Come sempre mi aveva rimproverata con dolcezza: "Lo sai che esistono gli ascensori?"
Come sempre, dopo le chiacchiere sul divano a fiori, e i saluti, e i baci e gli abbracci di rito, ero scesa e - una volta in strada - avevo guardato in su, verso le finestre di casa sua. Sapendo che sarebbe stato là, a dirmi un ultimo
ciao.
Nonostante la malinconia di stasera, ripenso alla sua mano fuori dalla finestra, a quel
ciao allegro e svolazzante nell'aria calda di agosto. E sorrido, grata di averlo conosciuto.
Patrizia
P.S.
Chi lo desidera può leggere
qui
l'intervista a Bruno Alquati, del novembre 2011.