Oggi sono andata a Modena per l'ultimo saluto a Fedele.
Quando il signor Bruno mi ha telefonato - nel pomeriggio di venerdì 8 febbraio - per comunicarmi la scomparsa, una parte di me non voleva credergli. Mi pareva impossibile, visto che Fedele e io ci eravamo parlati dieci giorni prima in occasione del suo novantasettesimo compleanno e lo avevo sentito in forma e scherzoso come sempre.
"E' qui che vive quel ragazzo che oggi compie vent'anni?", avevo chiesto nell'udire la sua voce.
"Sì, sì... ma gli anni sono qualcuno in più..." aveva risposto, con quella sua risata morbida.
Poi, stamattina, nel vedere i cinque uomini addetti al trasporto della sua bara incurvarsi per il peso del feretro... la cosa è diventata orribilmente tangibile. E mi si è stretto il cuore al pensarlo - lui così alto - in quello spazio angusto.
E poi, ancora, la cerimonia.
Un piccolo coro a punteggiarne lo svolgimento.
La partecipazione bellissima di alcuni dei suoi nipoti.
Durante l'Ave Maria di Schubert mi sono smarrita nei pensieri. Fedele che amava i dolci. Fedele che adorava i quadri (in casa ne aveva parecchi).
Fedele con i calcagni gravemente congelati... al punto che dopo il ripiegamento e il rimpatrio non poté mettere i piedi giù dal letto per sei mesi.
Fedele che - giovane ragazzo di 21 anni - osò rivolgersi in maniera provocatoria al generale Italo Gariboldi, in visita ai ricoverati a Modena...
Alla fine della Messa ho salutato Maria Grazia, la figlia.
E il cuore si è stretto di nuovo. Mi ha ringraziata, poi lo sguardo si è spostato da qualche parte oltre le mie spalle.
Un sussurro assorto: "E' stato così veloce, Un attimo..."
Cosa si può rispondere quando ci troviamo di fronte al dolore?
A me capita spesso di biascicare parole insulse e in seguito mi rammarico per la mia inadeguatezza.
Ora Fedele prosegue altrove il suo cammino. A fianco - di nuovo - della sua Alves forse avrà già incontrato il tenente Bassanetti, che aveva visto cadere dopo avere lasciato Čertkovo... e avrà scoperto cosa gli era accaduto.
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Nell'esprimere ancora la mia vicinanza a tutti i familiari di Fedele, ringrazio anche il signor Bruno per avermi informata subito... ed Enrico Bonaretti, che mi ha dato l'opportunità di conoscere questo reduce speciale e di intervistarlo...
Patrizia