“Ho fotografato l’ultima carica della cavalleria italiana”

08/03/2016 11:37 - 08/03/2016 11:43 #7 da Marco
A integrazione delle considerazioni finali di Patrizia (sempre meticolosa nelle sue osservazioni) sulla frase pronunciata dei tedeschi e sull'asserita arretratezza dell'impiego in guerra di reparti montati, riporto quanto scrive il gen. Lerici nella sua Relazione:
"La mancanza di carburante ha causato in breve la perdita delle artiglierie e di tutti i servizi, pure autocarrati. Così la crisi della divisione è stata fatale fin dai primi giorni non potendo rimediare col carreggio trainato fin dai deboli cavalli russi di requisizione. Tanto più che spesso è stato necessario marciare con neve alta e fuori pista. Le poche slitte esistenti (costruite a a cura dei corpi e reparti) hanno servito a trasportare parte dei molti feriti.
Poichè le G.U. italiane in Russia non possono disporre con sicurezza di carburante in proprio meglio avere, almeno in parte, artiglierie e servizi ippotrainati con robusti cavalli adatti al clima, come le divisioni germaniche.
".
E ancora:
"La mancanza di cucine mobili, ippotrainate, non ha consentito ai nostri soldati di poter beneficiare, come i tedeschi, di bevande calde - sia pure solo acqua - quando l'organismo ne avrebbe avuto tanto bisogno.".
Insomma, ci vuole sempre un po' di cautela nel giudicare il passato con gli occhi di oggi. Altrimenti si rischia di essere superficiali.
Amen.

Ciao a tutti.

P.S.
Qualcuno ha qualche informazione sulla figura di Roberto Lerici?
Io non ho trovato quasi nulla. Solo una citazione, negli atti del Processo D'Onofrio, relativa all'accusa formulatagli dal governo sovietico di essere un criminale di guerra (accusa a cui poi in effetti sembra non sia stato dato seguito dalla stessa Unione Sovietica).
Ringraziano per il messaggio: Patrizia Marchesini

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10/03/2016 15:57 - 14/10/2017 00:16 #8 da Patrizia Marchesini
Risposta da Patrizia Marchesini al topic “Ho fotografato l’ultima carica della cavalleria italiana”
Allora...

Partiamo da quanto ha scritto Andrea, con le cui osservazioni concordo.
D'altro canto, non mi piace nel modo più assoluto dire cose che sembrino screditare un reduce: in fondo lui c'era, e io no.
Quindi, cercherò di procurarmi il volume e di vederci chiaro. A tal fine ho già scritto una mail al Comune di Castelnovetto (PV).

[Poi, come ha velatamente ipotizzato Marco ;-) si potrebbe pensare a un'intervista a Carlo Comello, ma accordarsi non sarà facile: il reduce risiede in una casa di riposo che avrà orari e regolamenti precisi.
Ovvio che dovrei contattare, tramite la casa di riposo, i familiari stessi... Diciamo anche che la provincia di Pavia non è il massimo, per me, dal punto di vista logistico, ma in effetti mi è capitato di spostarmi parecchio per un'intervista... e quindi non escludo a priori la cosa :-]

Tornando alle perplessità di Andrea, che sono un po' anche le mie, ho cercato il filmato dell'Istituto Luce, che risale al 29 settembre 1942 (secondo quanto indica Lucio Lami nel suo volume, già menzionato).
Sono arrivata in fretta al sito dell' Archivio Luce on-line.
Digitando Fronte Russo nel campo di ricerca, si ottengono undici pagine di documenti...

Nella pagina 4 vi sono i filmati relativi ad agosto-settembre-ottobre 1942, ma nulla che abbia a che fare con la carica fasulla di fine settembre.
Tuttavia, a pagina 8, sono elencati alcuni documentari. Andando per esclusione, ho pensato che quello intitolato genericamente Nella steppa del Don (risalente al 1943, per la regia di Ottavio Berard) potesse fare al caso nostro, poiché intuivo si trattasse - come per altri filmati Luce - di spezzoni girati in momenti diversi e montati in seguito.

Chi è dotato di Microsoft Silverlight può - credo - visionare il documentario senza problemi.
La sottoscritta, che in quanto a dotazione tecnologica è un pochino cenozoica, ha optato per un tentativo su youtube.
Qualcosa ho scovato. Cliccate qui .
Il titolo è il medesimo citato nell'Archivio Luce, però all'inizio compare una scritta che indica come il documentario sia opera (risalente all'autunno 1942) della I Sezione Cinematografisti del Reparto A dell'8ª Armata.
L'ultimissima parte (a partire dal minuto 9.49 del filmato, che dura poco più di dieci minuti) mostra spezzoni di quella che, credo, potrebbe essere la finta carica girata il 29 settembre 1942.

Ho anche pensato che la foto potesse essere un fermo-immagine del film Carica eroica , già segnalato da Dario, utente che partecipa con attenzione a questo forum.
Per facilitare i raffronti, inserisco il link dello spezzone specifico relativo alla carica.
Dura sei minuti, ma non mi sembra vi sia nulla di particolarmente simile alla foto di Carlo Comello.
Non ho visto, però, tutto il film (e qui chiedo scusa a Dario, che aveva postato il collegamento youtube per il film intero lo scorso luglio).

Saluti.


Patrizia
Ringraziano per il messaggio: Andrea Riva

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10/03/2016 16:48 - 10/03/2016 17:00 #9 da Patrizia Marchesini
Risposta da Patrizia Marchesini al topic “Ho fotografato l’ultima carica della cavalleria italiana”
Aggiungo, inoltre, alcune scansioni.

La prima è una cartina con i luoghi in cui si svolse la Prima Battaglia Difensiva del Don.






La seconda è relativa alla sistemazione di Savoia Cavalleria nella notte tra il 23 e il 24 agosto 1942.






Entrambe sono prese dal libro di Giorgio Vitali, Trotto, galoppo... caricat!, edito da Mursia.

La prima immagine mostra una scala chilometrica che - a mio parere - farebbe escludere che i cavalieri di Savoia abbiano raggiunto il Don durante la carica, per poi tornare indietro, così come afferma Comello.
Inoltre, notate la posizione di Izbušenskij, rispetto al luogo in cui avvenne realmente la carica.
Molti, oggi, sono convinti che essa si fosse svolta proprio a Izbušenskij... invece si tratta di un altro luogo comune della Campagna di Russia.
Un reduce del II Gruppo delle Voloire mi disse che non arrivarono mai a tale località.


Inserisco, ora, la terza scansione che evidenzia lo schema della carica stessa... (anche questa proviene dal libro di Giorgio Vitali)






Io non riesco a valutare se la foto di Carlo Comello possa essere relativa alla fase di ritorno del 2° Squadrone o a quella del 3° Squadrone.
Certo è che questa immagine mostra con chiarezza che le Batterie del Reggimento Artiglieria a Cavallo coinvolte nella carica erano la 3ª (del capitano Carlo Emanuele Bodo di Albaretto, contrassegnata nella scansione dal simbolo del pezzo e dalla scritta Cap. Bodo) e la 4ª (del capitano Paolo Solaroli di Briona, contrassegnata anch'essa dal simbolino e dalla scritta Cap. Solaroli).

Erano le due Batterie del II Gruppo (a conferma di quanto avevo scritto nel mio primo commento).

Infine, ecco una delle foto scattate dal capitano Silvano Abba, prima di morire (ancora una volta, la fonte è il volume di Giorgio Vitali).






Ben diversa e confusa, rispetto a quella dell'artigliere Comello.

Mi fermo qui...


Patrizia
Ringraziano per il messaggio: Andrea Riva

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10/03/2016 20:42 #10 da Andrea Riva
Parto subito con i complimenti a Patrizia per la completezza delle informazioni.
Un grazie particolare per aver scovato quel filmato che anch'io ritengo poter essere quello del Savoia del settembre 1942. E tra l'altro sarà anche un filmato di propaganda, ma è comunque un importante documento storico visto che quella è, in pratica, una carica di cavalleria nella steppa. Aiuta senz'altro a comprendere meglio ciò che realmente può essere stata la carica di Izbushenskiy (la polvere che si alza, la formazione dello squadrone, i movimenti su terreno ondulato..).
A proposito di Izbushenskiy, è vero quanto dice Patrizia che la carica fu in realtà alla quota 213,5 ed evidentemente non era ben chiaro neanche allora sotto quale "giurisdizione" cadesse questa quota, tanto che per le motivazioni delle medaglie al valore al personale delle Voloire, per quella stessa battaglia, viene detta "quota 213,5 di Ust-Choperskij".
Ultima considerazione che faccio è sul signor Comello. Ovviamente anch'io non mi permetterei di contraddire quanto detto da chi era presente sul posto. Faccio solo notare però che, a quanto ho capito dall'articolo (potrei anche aver capito male), lui in principio non aveva dichiarato essere quello uno scatto della carica, ma solo successivamente, dopo che gli scatti sono stati organizzati per l'esposizione, il curatore lo aveva riconosciuto come tale. E comunque, detto per inciso, se invece si trattasse della carica dei Lancieri di Novara del 22 agosto sarebbe ugualmente meritevole di essere ricordato.

Andrea

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11/03/2016 13:41 - 11/03/2016 13:49 #11 da Patrizia Marchesini
Risposta da Patrizia Marchesini al topic “Ho fotografato l’ultima carica della cavalleria italiana”
Grazie per i... grazie :-)

A chi desiderasse approfondire le vicende di Novara Cavalleria (almeno nell'ambito della Prima Battaglia Difensiva del Don), consiglio il testo di Piero Pastoretto .
La parte di maggiore interesse - riguardo al tema di questa discussione - comincia a pagina 10-11.
In questo sito è disponibile anche l' intervista a Francesco Belloni , reduce ancora vivente (il prossimo dicembre raggiungerà quota 100).

Una piccola soddisfazione possiamo prendercela in quanto molte delle riflessioni che abbiamo espresso negli ultimi giorni sono esposte in un articolo di Pier Luigi di Colloredo , cui sono giunta tramite segnalazione Google Alert. L'articolo è di ieri.

In esso si parla delle foto del capitano Abba, e troverete alcune osservazioni sull'uso della cavalleria durante il secondo conflitto mondiale (molto meglio contestualizzate, rispetto alle mie :-)
Si sottolinea anche - di questo aspetto specifico non avevamo parlato, ma vi è cmq una mia nota al riguardo, nella recensione di Isbuschenskij l'ultima carica - che quella di Savoia Cavalleria non fu - in effetti - l'ultima carica realizzata da un reparto di cavalleria... o meglio, fu l'ultima condotta contro Unità regolari.

L'ultimissima fu quella di Poloj, in Croazia (17.10.1942)... quando il reggimento Cavalleggeri di Alessandria fu attaccato e accerchiato da formazioni partigiane e, nel tentativo di aprirsi un varco, caricò più volte subendo perdite consistenti.

Infine...
Ho già avuto risposta dal Comune di Castelnovetto: non vi sono più copie disponibili - come temevo - del volume di Carlo Comello.
Mi è stato fornito, però, il numero della struttura in cui il reduce vive attualmente, nel caso volessi provare a contattarlo.

Buon fine settimana.

Patrizia

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14/03/2016 09:38 #12 da CASTIGLIONI
Il libro Fronte russo 1941-1942 : c'ero anch'io / Carlo Comello
è disponibile al prestito nelle seguenti biblioteche


CIVICA DI VALENZA (TO0) Collocazione: A.C.940.54.COMCF
Candia Lomellina. "P. Maggi" PAV033 940.54_COM CAN12709
Mortara. "Civico 17" PAV043 Mortara.e.dintorni LOC_LOME COM_C LOC101300
Sannazzaro Dè Burgundi. "C. Tacconi" PAV047 940.54_COM SAN9451

Saluti
Marco
Ringraziano per il messaggio: Patrizia Marchesini

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