Osvaldo Bartolomei - Battaglione Alpini Sciatori Monte Cervino

22/07/2022 22:35 - 23/07/2022 05:27 #1 da Patrizia Marchesini
Ho conosciuto Osvaldo nel settembre 2013.

Quel giorno mi accolse con un sorriso pieno di calore e con il tavolo ricoperto dalle sue "scartoffie", come lui le chiamava.
Appunti, qualche fotografia, due o tre libri, corrispondenza.
Cominciammo a chiacchierare.
Di Maresca (località dell'Appennino pistoiese dove è nato e dove ha trascorso la propria vita), di necci e di naia, di Russia e degli ufficiali che più gli erano rimasti impressi nella memoria, di Abetone e di Zeno Colò, di sci di fondo e del Battaglione Monte Cervino, dei combattimenti a Ivanovka e di quel febbrone che a Rossoš' - il 16 gennaio 1943, quando anche per il Corpo d'Armata alpino tutto stava precipitando - gli consentì di prendere posto su un camion diretto a un ospedale nelle retrovie, insieme a tre feriti.
Per lui l'essersi ammalato - quella pesante forma bronchiale gli avrebbe lasciato strascichi per tutta la vita - fu la salvezza... anche se, dopo l'8 settembre, venne catturato dai tedeschi e deportato in Germania.

Durante il nostro parlare, di tanto in tanto mi mostrava un passaggio specifico in uno dei suoi libri, mi leggeva una frase da una lettera speditagli da Carlo Vicentini, cercava una foto. Era un vulcano.
Soprattutto tornava con il pensiero agli amici che, purtroppo, non erano mai tornati.

In seguito mettemmo l'anima entrambi per riordinare il suo lungo racconto e per ricavarne un'intervista che sarebbe poi stata pubblicata nel sito U.N.I.R.R.: quante telefonate, per aggiungere o togliere poche parole, per puntualizzare un ricordo o perfezionare un dettaglio.
Osvaldo desiderava moltissimo esporre con la maggiore precisione possibile quanto era accaduto al Monte Cervino in Russia.

Gli anni passarono, scanditi da telefonate affettuose, da svariate cartoline, da poche visite (perché la logistica non ci era favorevole prima, e perché le restrizioni per contrastare la pandemia ci hanno poi costretti alla lontananza).

Il 20 maggio di quest'anno sono stata a Maresca per il suo centesimo compleanno.
Osvaldo, seduto sotto il sole e circondato dall'affetto di tutto il paese, intento ad ascoltare i canti che gli alpini avevano intonato in suo onore, mi sembrò all'improvviso piccolissimo... quasi un bimbo. Era felice e dal viso traspariva una certa meraviglia, per le attenzioni che stava ricevendo.

Pochi giorni dopo - con le dovute cautele - era a Rimini, all'adunata nazionale degli alpini.
Avrei voluto tanto vedere la sua faccia quando - come ho scoperto in seguito - il generale Figliuolo e il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini hanno lasciato la tribuna delle autorità e sono scesi a rendergli onore, durante la consueta sfilata.

E poi... i messaggi di Rossella e di Giorgio Lavorini. Quei messaggi che, non appena inizi a leggere, capisci.
Il funerale di Osvaldo si è svolto due mesi esatti dopo il suo centesimo compleanno.
Durante la Santa Messa Don Gordien (il parroco di Maresca) ha detto che Osvaldo aveva saputo vivere con gli altri, ma anche piangere con gli altri.
Era una persona davvero speciale e benvoluta e persino la morte - come ha raccontato suo figlio Alvaro con voce a tratti incerta - ha preferito fargli una carezza e se l'è portato via... così, in un attimo, senza farlo soffrire.
Perché anche se ancora tanto lucido, era stanco e lo ripeteva spesso alla figlia Rossella che negli ultimi anni lo ha accudito con tenerezza incredibile.

Osvaldo, dunque, ha attraversato un secolo ed è entrato nella Storia, quella con la esse maiuscola.
Si è spento pochi giorni dopo Giorgio Rulfi, anch'egli classe 1922.
Con ogni probabilità, per quanto so, erano gli ultimi due reduci viventi del Battaglione Alpini Sciatori Monte Cervino.

Vorrei, alla fine di queste mie righe inadeguate, che chi le leggesse dedicasse un sorriso a Osvaldo, uomo arguto e di grande ironia.

Ringrazio Rossella, Alvaro e Fernanda per la gentilezza che sempre hanno mostrato nei miei confronti e li abbraccio una volta di più.


Patrizia


Nota
Al link seguente troverete l'intervista a Osvaldo:
www.unirr.it/testimonianze/289-intervista-a-osvaldo-bartolomei
Ringraziano per il messaggio: Maurizio Comunello, Pierangela

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Moderatori: Patrizia MarchesiniMaurizio Comunello

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