PRESENTAZIONE VOLUME SULLA CAMPAGNA DI RUSSIA

17/09/2013 19:13 #1 da ANTONIO LEGGIERO
PRESENTAZIONE VOLUME SULLA CAMPAGNA DI RUSSIA è stato creato da ANTONIO LEGGIERO
Salve a tutti!



Sono un ricercatore storico e da pochi mesi è uscito un mio volume sulla Campagna di Russia, che ha l'immodesta ambizione di voler contribuire a ricordare l'infinita tragedia di quella Campagna, in occasione del settantesimo anniversario della fase peggiore (la Ritirata) di quell'allucinante spedizione,
Ho anche, con estremo piacere, donato una copia all'UNIRR.Per cui, il volume si trova anche nella prestigiosissima biblioteca.
Mi piacerebbe concordare un momento di aggregazione (magari diversi) dove poterlo presentare, oltre ai canali classici e tradizionali, negli ambienti dell'Associazione.
Rimango in attesa di cortesi notizie al riguardo.

Con i migliori saluti,


Antonio Leggiero

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03/10/2013 16:19 - 03/10/2013 20:13 #2 da Patrizia Marchesini
Risposta da Patrizia Marchesini al topic PRESENTAZIONE VOLUME SULLA CAMPAGNA DI RUSSIA
Salve, signor Leggiero.

Mi chiamo Patrizia Marchesini, collaboro con il presente sito e con Il Notiziario U.N.I.R.R.; l’Unione come prassi non organizza presentazioni di libri, mi spiace. Risulta oggettivamente difficile per l’U.N.I.R.R. organizzare eventi simili. Nel sito esiste comunque una sottosezione dedicata alle recensioni, anche se di solito preferiamo dare spazio alla memorialistica, ritenendo difficile – nel campo della saggistica – riuscire ad aggiungere qualcosa di nuovo e significativo rispetto a testi come Le operazioni delle Unità italiane al Fronte Russo (1941-1943), a cura dell’USSME, La Campagna di Russia (di Aldo Valori), Guerra Assoluta (di Chris Bellamy)… tanto per citare i primi volumi autorevoli che mi vengono in mente.

Ho comprato il suo Apocalisse nella steppa la scorsa primavera. Non l’ho ancora letto – i libri relativi alla Campagna di Russia sul mio comodino sono tanti e la lista d’attesa è piuttosto lunga – ma l’ho sfogliato con molta curiosità dopo l’acquisto: lei sembra focalizzarsi – per quanto riguarda il ripiegamento – sul solo Corpo d’Armata Alpino. Pagine e pagine sono dedicate alle vicende di Cuneense, Julia, Tridentina... mentre ha trascurato quasi del tutto le Divisioni di Fanteria.
Nessun cenno ad Arbuzovka e ai tantissimi che vi persero la vita o che là iniziarono la prigionia, nulla sull’assedio di Čertkovo, sull’annientamento del 3° Reggimento Bersaglieri a Meškov, sui durissimi scontri sul fronte della Pasubio, al Cappello Frigio... Queste mie parole, beninteso, non vogliono sminuire quanto fecero e sopportarono gli alpini, ci mancherebbe. Quei giorni e le loro gesta, grazie ai numerosissimi libri, sono ben noti. Molti dei reduci che conosco o che ho conosciuto sono o erano alpini... mi hanno raccontato... e fu dura, terribile.

Non vorrei sembrarle troppo severa, ma l’U.N.I.R.R. è l’Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia; è l’Unione, cioè, di tutti quanti – reduci, scomparsi e loro familiari – non solo degli alpini. Onore a questi ultimi, dunque... senza dimenticare, però, tutti gli altri.

Nella speranza di vedere in futuro una nuova edizione di Apocalisse nella steppa, con le integrazioni che mi auguro riterrà opportune, la saluto cordialmente.


Patrizia Marchesini

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04/10/2013 19:09 #3 da ANTONIO LEGGIERO
Risposta da ANTONIO LEGGIERO al topic PRESENTAZIONE VOLUME SULLA CAMPAGNA DI RUSSIA
Gentilissima Signora Patrizia,



innanzi tutto mi fa piacere conoscerla e sono contento che lei mi abbia risposto. Un ulteriore ringraziamento consegue al fatto che lei abbia acquistato il mio volume.
Ciò detto, in riferimento a quanto lei ha scritto, sono pienamente d'accordo.
Il ricordo ed il rispetto nonchè la memoria storica nei confronti di tutti coloro i quali, circa settant'anni or sono, furono catapultati in quella steppa carnivora ghiacciata devono essere assolutamente uguali ed indifferenziati.
Anzi,personalmente, quando il mio pensiero-nelle giornate d'inverno- corre ai miei poveri conterranei in Russia (adusi da secoli al mite clima mediterraneo) inquadrati per lo più nelle divisioni di fanteria, con il ridicolo ed obbrobrioso equipaggiamento in loro dotazione, sono pervaso da un senso di orrore senza pari.
E' innegabile, infatti, che le splendide e ferree truppe alpine, avvezze ai rigori delle loro vallate e delle loro montagne,avessero un quid pluris nell'inferno di fuoco e ghiaccio di quelle lande sperdute e desolate, elette dalla storia e dagli uomini ad assurdi e cruenti teatri di guerra.
Per quanto concerne,infine, una sorta di maggiore enfasi - da me conferita nel mio volume - alle vicende del corpo d'armata alpino,ciò può dipendere da due ordini di motivi.
Il primo,involontario, è legato al fatto che sono cresciuto in una famiglia con l'etica degli alpini (con mio nonno alpino durante la Grande Guerra).
Il secondo,volontario, derivante dalla mia scelta di privilegiare nella narrazione gli eventi, terrificanti ma gloriosi, della Ritirata, dove, innegabilmente, la parte dell'ariete per i vari sfondamenti (finalizzati ad uscire dalla sacca) furono realizzati dalle meravigliose divisioni alpine, alle quali dovettero accodarsi anche gli spocchiosi e boriosi alleati tedeschi.
Spero che questa sia la prima di una lunga serie di interessanti conversazioni.

A presto e con i migliori saluti,

Antonio Leggiero

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04/10/2013 20:30 - 04/10/2013 20:48 #4 da Pierantonio Segato
Risposta da Pierantonio Segato al topic PRESENTAZIONE VOLUME SULLA CAMPAGNA DI RUSSIA
Purtroppo questa risposta mette in luce quella si può definire cattiva informazione. Come possiamo ricordare i pur lodevoli sforzi e sacrifici di 30.000 uomini che trascorsero al massimo sei mesi in Russia, non contribuirono all'avanzata e intervennero unicamente durante la ritirata, e tralasciare quello che patirono gli altri 170.000, alcuni dei quali trascorsero in Russia quasi due anni, e che combatterono duramente sia durante la fase dell'avanzata, che durante la ritirata.
Ricordo a chi sembra non saperlo che la ritirata per le truppe di fanteria iniziò il 19 dicembre 1942 mentre per le truppe alpine solo il 17 gennaio 1943. La ritirata delle truppe di fanteria fu una vera epopea, al pari di quella degli alpini, e buona parte di coloro che si salvarono non dovettero certo ringraziare gli alpini ma solo la loro buona sorte. I numeri sono impressionanti, ma ancor più impressionante è che nell'immaginario collettivo si pensa ancora - erroneamente - che nella ritirata di Russia gli unici protagonisti, e forse anche gli unici presenti, furono gli alpini.
Ebbene questa convinzione popolare è soltanto il frutto di una ben orchestrata campagna di informazione di parte. Gli alpini sono un corpo di grande potenza, oltre che militare, anche economica e comunicativa, e riescono a guadagnarsi una attenzione che altri corpi possono solo sognare. Ebbene, essi hanno sempre raccontato e diffuso la "loro" storia e le "loro" gesta. Ovviamente va dato loro il merito di questo, poichè probabilmente senza gli alpini a tener vivo il ricordo, oggi non saremmo neppure qui a parlare di Campagna di Russia.
Ma per per amore di verità la storia va raccontata per intero. I 170.000 "non alpini" non ebbero altrettanta capacità comunicativa, e le loro gesta si persero. Noi tutti oggi siamo qui anche per colmare questo divario e per ricordare anche loro.
Rimangono tantissime testimonianze e memoriali, anche se meno noti di quelli alpini, ma chi si volesse documentare - e grazie alla nostra bibliografia vi è ampio spazio per farlo - potrebbe scoprire che dal 19 dicembre alla metà di gennaio vi fu la ritirata delle truppe di fanteria. Queste si divisero in due colonne principali e una di queste fu accerchiata in una località detta Arbusow o anche "Valle della Morte", dove persero la vita non meno di 10.000 militari italiani, ossia un numero di morti paragonabile a quello che ci fu a Nikolajevka. Durante la Campagna di Russia vi furono dunque storie diverse, con protagonisti diversi, che si svolsero in periodi diversi, ma tutte con pari dignità e tutte ugualmente meritevoli di essere ricordate.

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05/10/2013 09:22 #5 da ANTONIO LEGGIERO
Risposta da ANTONIO LEGGIERO al topic PRESENTAZIONE VOLUME SULLA CAMPAGNA DI RUSSIA
Egregio Amministratore,



le confesso che sono animato da un sentimento ambiguo, fra il dispiaciuto ed il deluso, a seguito di questa polemica che si sta aprendo sulle tematiche in questione.
Mi spiego meglio. Quando ho deciso di iscrivermi a questo forum, credevo di potermi confrontare, in modo amichevole e fra appassionati, su argomenti della campagna di Russia, magari con il recondito intento di fornire un mio modestissimo contributo a qualche richiesta di informazione.
Al contrario, mi sono trovato, per ben due volte, "attaccato" (in maniera seria e costruttiva e da parte di persone competenti) su argomenti che non ho detto, né pensato.
Ad onor del vero, quello che infastidisce- absit iniuria verbis- è un certo atteggiamento ex cathedra.
Tutti conosciamo la storia. Soprattutto quella del CSIR prima e dell'ARMIR dopo.
Ovviamente, possiamo aver avuto delle notizie sbagliate, avere delle opinioni diverse, essere incorsi in errori, ma certamente, come ho già detto, conosciamo bene i tragici eventi che segnarono le esistenze dei nostri nonni o padri nella peggiore e più sciagurata campagna di guerra della nostra storia
Ribadisco che non c'è nessuna partigianeria verso gli alpini a discapito di altri reparti (basti pensare ai sublimi episodi del Savoia Cavalleria, per citare un esempio).
Tuttavia, è innegabile che, seppure impegnati per minor tempo, gli alpini (fra l'altro-com'è noto- su un terreno a loro non congeniale) furono investiti da un'onda di urto e da una massa di uomini e di mezzi di proporzioni tanto ciclopiche quanto spaventose. Naturalmente, insieme agli altri reparti, alcuni dei quali, purtroppo,vuoi per scarso addestramento, vuoi per carenza di organico, vuoi per deficienze strutturali cedettero prima degli altri di fronte alla valanga di ferro e fuoco dei sovietici.
In ogni caso, non intendo aggiungere altro.
Spero che ci siano altri momenti di confronto su tematiche diverse.


Con i migliori saluti.

Antonio Leggiero

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05/10/2013 11:46 #6 da Pierantonio Segato
Risposta da Pierantonio Segato al topic PRESENTAZIONE VOLUME SULLA CAMPAGNA DI RUSSIA
Egregio Signor Leggiero, quello che lei definisce un attacco io lo interpreto come un confronto su temi sui quali è legittimo avere opinioni diverse. So che lei non ha sollevato l'argomento, ma come è stato notato, in un'opera che ha la pretesa di occuparsi in maniera complessiva degli eventi della campagna di Russia (anche se esplicitando la particolare attenzione per le divisioni alpine) ritengo doveroso citare anche tutti gli altri eventi. Ovviamente in quanto autore lei ha operato delle scelte, ma chi la legge può trovarsi in disaccordo con tali scelte. Non se ne abbia troppo a male, questo genere di osservazioni è stato rivolto anche ad altri autori, in quanto sembra essere un sentimento comune la cieca ammirazione verso le gesta degli alpini. Quello che a me preme far sapere, soprattutto a chi ci legge, è che le truppe di fanteria non furono da meno di quelle alpine. Chi ha letto testi come "I più non ritornano" di Eugenio Corti oppure "L'aurora ad occidente" di Mario Bellini sanno che le dotazioni e la preparazione dei corpi di fanteria e artiglieria non erano affatto carenti, anche se molto diverse da quelle alpine. Queste divisioni cedettero un mese prima non per loro impreparazione ma per la decisione dei russi di attaccarle per prime. Forse lo decisero perchè contavano di trovare minore resistenza? Può darsi, in ogni caso la sproporzione di forze era tale che qualunque esercito non sarebbe riuscito a farvi fronte. A me dispiace sempre molto quanda si abusa di elogi ed onori di fronte alle gesta militari. Il concetto stesso di eroismo mi infastidisce, perchè ritengo ingiusto ricordare soltanto chi si distinse per particolari meriti, e dimenticare chi invece "semplicemente" sacrificò la propria vita per la patria.
La saluto cordialmente.

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Moderatori: Patrizia MarchesiniMaurizio Comunello

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