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Reggimento "Cavalleggeri Aosta" sul Fronte Russo

27/07/2014 20:12 #7 da Andrea Riva
Risposta da Andrea Riva al topic Reggimento "Cavalleggeri Aosta" sul Fronte Russo
Questa nuova parte del foglio matricolare ci da alcune informazioni molto importanti.
Sotto a "Tappa Principale N. 20" si trova la scritta "Come da foglio notizie compilato dal'interessato". Significa che le variazioni matricolari riportate sopra (dal trasferimento al 5° Rgt. Lanc. in poi per capirci) sono state dichiarate da tuo nonno in persona al Distretto Militare di Lecce, certamente prima del 13 gennaio 1944, quando è stato aggiornato il foglio matricolare.
Perciò è lui stesso a non fare alcuna menzione della campagna di Russia nel foglio notizie che gli avevano fatto compilare.

In sostanza ciò che ti aveva suggerito di fare Maurizio (aggiornare il foglio matricolare) in realtà era già stato fatto 70 anni fa.

Ciao

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03/08/2014 11:54 - 07/07/2016 13:20 #8 da Patrizia Marchesini
Risposta da Patrizia Marchesini al topic Reggimento "Cavalleggeri Aosta" sul Fronte Russo
Ciao a tutti.

Forse il mio post precedente non aveva espresso in maniera chiara il mio dubbio di fondo: per quelli che furono gli accadimenti e per quello che risulta nel Foglio Matricolare, non riesco a capire bene a quale reparto fosse assegnato il nonno di Matteo. E questo, di conseguenza, incise sul percorso di ripiegamento compiuto.

Il Foglio Matricolare parla di 25° Gruppo Territoriale Mobile, dicitura inesatta: abbiamo visto, infatti, che dal Servizio Tappe dipendevano i Battaglioni Territoriali Mobili e i Gruppi Appiedati di Artiglieria, e nessun Gruppo Territoriale Mobile.
Un XXV Gruppo Cavalieri Appiedati, come ha riferito Matteo, risulta nel documento 12/sv, inserito nel volume sui Servizi Logistici al Fronte Russo, a cura USSME. Tale Gruppo pare fosse assegnato - secondo il documento suddetto - al II Corpo d'Armata, insieme ad altri due Gruppi di Cav. Appiedati.

Vale la pena, forse, ricordare le vicende finali del Reggimento Novara Cavalleria, che tenterò di riassumere, sperando possano essere utili a Matteo. Le notizie sono prese dal libro di Giorgio Vitali - Trotto, galoppo, caricat! - Storia del Raggruppamento Truppe a Cavallo, Russia 1942-1943 - edito da Mursia.

Assegnati alla Divisione Celere, Novara e Savoia Cavalleria partirono per il Fronte Orientale nel luglio 1941, con il C.S.I.R., affrontarono il primo inverno e - nella primavera 1942, più precisamente il 15 marzo - andarono a costituire il Raggruppamento Truppe a Cavallo, definito più brevemente Raggruppamento a Cavallo (RAC), agli ordini del generale Guglielmo Barbò di Casalmorano. Al RAC fu assegnato anche il Reggimento Artiglieria a Cavallo, partito anch'esso nel luglio 1941 come reggimento di artiglieria della Divisione Celere, alla quale - però - venne destinato il 120° Reggimento Artiglieria Motorizzato, giunto al Fronte Russo nel febbraio 1942.

Nella primavera del 1942 un reparto di formazione formato da Savoia e Novara (Raggruppamento Tattico Barbò) prese parte a operazioni sul fiume Samara, affluente del Dnepr. Tale Raggruppamento Tattico era inquadrato nella 1ª Divisione Alpina germanica e agì - con i cavalieri appiedati - nella seconda metà del maggio 1942.
Il Raggruppamento Tattico Barbò venne sciolto dal Comando C.S.I.R. l'8 giugno 1942 e chi ne aveva fatto parte rientrò al Raggruppamento a Cavallo. Nello specifico, i lancieri di Novara - trascorso un breve periodo di contumacia a Grodovka - tornarono a Jussovo, ricevendo il 27 giugno la Medaglia d'Argento allo stendardo per le operazioni dall'agosto 1941 al maggio 1942, in particolare per i combattimenti sul Samara.

In seguito il RAC venne impiegato durante la conquista del bacino minerario di Krasnyj Luč, nel luglio 1942. Importantissimo fu, poi, l'apporto del Raggruppamento a Cavallo durante la Prima Battaglia Difensiva del Don. La carica di Izbušenskji effettuata da Savoia Cavalleria il 24 agosto spesso - e non si capisce per quale motivo - oscura e fa passare in secondo piano la carica di Jagodnyj compiuta dai lancieri di Novara due giorni prima, il 22 agosto.
Il RAC diede un contributo notevole anche ai durissimi scontri sostenuti il 1° settembre dai Battaglioni alpini Valchiese e Vestone della Divisione Tridentina, scontri che rischiarono di trasformarsi in disastro per la mancata - e promessa - cooperazione tedesca e, in particolar modo, per l'assenza dei panzer che sarebbero dovuti intervenire a sostegno della manovra.

Dopo la Prima Battaglia Difensiva del Don, Novara Cavalleria ricevette il compito impegnativo di contribuire alla difesa di Bol'šoj.
Il 24 settembre, sostituito da truppe tedesche, Novara si spostò nelle retrovie per riorganizzarsi, dislocandosi in parte a Belavinskij e in parte a Uschakoff (non ho trovato una corretta traslitterazione per questa località, forse Ušakov), dove si posizionò anche il colonnello Barbò con il Comando del RAC.

Dopo il lungo impiego estivo, Barbò stese una lunga relazione "sull'importanza dell'efficienza e utilità della cavalleria anche nella guerra moderna, in condizioni particolari di terreno e ambiente", attraverso l'esame delle operazioni recenti.
Al contempo, però, il colonnello continuava a perorare presso gli alti comandi il rimpatrio dei reggimenti al completo prima della stagione fredda, preoccupato che i cavalli non potessero affrontare un secondo inverno al Fronte Orientale.
Insisteva (come peraltro fecero altri comandanti) sull'assurdità di sostituire solo gli uomini giunti in zona d'operazione prima del 31 dicembre 1941: "il provvedimento faceva perdere organicità ai reparti."
Barbò, vistosi inascoltato, propose allora di mandare in Italia il personale avente diritto all'avvicendamento e la totalità dei cavalli italiani (escludendo, quindi, quelli requisiti sul territorio), e di far ritornare gli squadroni di cavalleria ricostituiti verso la fine dell'aprile 1943.
I complementi giunti dopo il 1° gennaio 1942, non avendo diritto a essere avvicendati, sarebbero rimasti per non creare differenze di trattamento con le truppe degli altri reggimenti, e anche per curare i cavalli di preda bellica e il carreggio, mantenendo il tutto in efficienza per la prevista ripresa delle operazioni nella primavera del '43.

Alla fine il progetto di Barbò non andò in porto: gli uomini del RAC furono avvicendati come da regolamento, a scaglioni, e tutti i cavalli rimasero al fronte.

Il Raggruppamento a Cavallo divenne riserva d'Armata e si trasferì nella zona di Nikitovka e Nikolaevka, a ovest di Rossoš', sede del Comando di Corpo d'Armata alpino.
Novara e Savoia rimasero alle dipendenze dell'8ª Armata, mentre il Reggimento Artiglieria a Cavallo - che sempre aveva operato a supporto dei cavalieri - passò agli ordini del suddetto Corpo d'Armata.
Iniziarono ad arrivare i complementi e furono avvicendati gli aventi diritto. Il colonnello Pagliano, giunto nel maggio 1942, non aveva diritto al rimpatrio e rimase al comando di Novara Cavalleria. Pagliano assunse per un periodo anche il comando interinale del RAC, quando Barbò fu rimpatriato per assumere altri compiti, e in attesa del nuovo comandante del RAC: fu designato il generale Carlo Lombardi, già al Fronte Russo come vice-comandante della Divisione Celere.

Come sappiamo, il settore nelle retrovie del Corpo d'Armata alpino rimase tranquillo nonostante quanto si verificò nel settore di fronte tenuto dalle Divisioni di Fanteria italiane.
Giunse poi l'ordine di costituire un gruppo appiedato: esso venne formato con il 5° Squadrone Mitraglieri e uno squadrone di formazione di Savoia Cavalleria e con il II Gruppo Squadroni di Novara Cavalleria, "pronti a partire al primo cenno per direzione da destinarsi." (Pag. 153, opera citata di Giorgio Vitali).
A fine novembre il reparto appiedato, secondo gli ordini ricevuti, giunse a Rossoš', per poi raggiungere la Divisione Tridentina e rimanere alle sue dipendenze.
Gli altri del RAC rimasero nelle retrovie, in zona tranquilla; proseguirono le azioni di pattuglia, disturbate dai partigiani che via via stavano diventando più audaci. Una notte essi diedero fuoco alla scuderia dei cavalli del 5° Squadrone di Novara e un centinaio di cavalli morì asfissiato o carbonizzato. I lancieri riuscirono a salvare solo una trentina di quadrupedi.

Il Gruppo Appiedato, agli ordini del tenente colonnello Guido Bagnacci, svolse attività di pattuglia nella zona di Podgornoe, mentre parte di esso (lo Squadrone Mitraglieri di Savoia e il Plotone Mortai di Novara) fu schierata sul Don a disposizione del 5° Reggimento alpini.
A metà dicembre il Gruppo Appiedato si trasferì a Morozovka, dove era stata approntata con grandi sacrifici una linea di resistenza di seconda schiera.
Vi furono alcuni spostamenti in zona per fare fronte alla situazione sempre più allarmante, dopo la puntata di carri armati sovietici del 15 gennaio 1943, a Rossoš'.
Quando il Corpo d'Armata alpino iniziò a ripiegare - un mese dopo le Divisioni di Fanteria - il Gruppo Appiedato di Savoia e Novara seguì il destino e il percorso della Divisione Tridentina.
Il volume di Giorgio Vitali riporta in dettaglio gli avvenimenti di quei giorni drammatici, la cui ricostruzione si basa soprattutto su una agendina scritta da Adalberto Zocca, allora sottotenente di Novara Cavalleria assegnato al II Plotone del 4° Squadrone del Gruppo Appiedato (si veda nota 9 a pag. 154).
I cavalieri appiedati, sfiniti e decimati dai combattimenti, parteciparono anche allo scontro del 26 gennaio a Nikolaevka.
Una volta usciti dalla sacca, i sopravvissuti del Gruppo si raccolsero nella zona di Gomel', a Poliubiskij.
Malati e congelati erano già stati caricati su vagoni merci provvisti di paglia, per rientrare in Italia.

Il Comando RAC e gli squadroni rimasti nelle retrovie, tra Nikitovka e Nikolaevka, ebbero sorte migliore, in quanto riuscirono a sganciarsi prima che l'accerchiamento da parte sovietica fosse del tutto chiuso.
Uomini e cavalli raggiunsero la zona di Valuiki il 15 gennaio '43 e iniziarono ad arretrare la notte del 16.
La marcia non fu comunque facile neppure per loro, in quanto gli uomini furono costretti a portare sottomano due-tre cavalli per salvare anche i quadrupedi di coloro che erano stati mandati in linea appiedati.
I cavalieri giunsero a Har'kov tra il 4 e il 5 febbraio. I malati partirono subito in treno ospedale per l'Italia, mentre il resto raggiunse la zona di Gomel', dove - come abbiamo visto - arrivarono poi anche i superstiti del Gruppo Appiedato.

Il RAC varcò la frontiera al Tarvisio il 27 marzo 1943. Per completezza aggiungo che le Batterie del Reggimento Artiglieria a Cavallo, come riportato più sopra tolte al RAC e assegnate al Corpo d'Armata alpino, furono quasi completamente annientate durante il ripiegamento. Oltre ai decessi accertati, moltissimi gli scomparsi e i morti in prigionia.

Mi fermo qui.
Penso si possa affermare che il Gruppo Appiedato del RAC e il XXV Gruppo Cav. App. citato del documento 12/sv del libro sui Servizi Logistici fossero reparti diversi che ebbero sorti diverse.
Altro non saprei aggiungere.

Saluti.

Patrizia

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