Buongiorno, Fabiola.
Mi scuso per averla fatta aspettare...
Qualche giorno fa avevo pubblicato la foto di Igino nella galleria-immagini del sito dedicata ai caduti, agli scomparsi e ai morti in prigionia, ma solo ora riesco a risponderle.
Siamo consapevoli che il rinvenimento della fossa comune nei pressi di Kirov, con i resti di numerosi prigionieri di varie nazionalità, abbia riacceso le speranze di molti familiari di nostri soldati la cui sorte è ancora oggi sconosciuta.
Ha già avuto modo di leggere quanto è stato al momento inserito nella
discussione sul tema
, presente in questo forum?
In merito alle sue ricerche la rimando senza dubbio al
file-guida
disponibile nel sito U.N.I.R.R.: vi troverà info e dettagli su come contattare vari enti.
Per iniziare, consiglio in ogni caso di procurarsi copia del Foglio Matricolare (
Centro Documentale
o
Archivio di Stato
di Udine) e del Verbale di Irreperibilità.
Quest'ultimo è da richiedersi all'
Albo d'Oro
(
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Nel sito U.N.I.R.R. è inoltre disponibile un corposo
elenco bibliografico
.
Inserendo
Julia come parametro di ricerca otterrà una lista di pubblicazioni specifiche su tale Divisione.
Igino, come lei ha scritto, risulta assegnato al 9° Reggimento alpini.
Grazie al Foglio Matricolare e al Verbale di Irreperibilità dovrebbe essere in grado di risalire a quale reparto del 9° apparteneva.
Tale dettaglio, però, può essere desunto anche da eventuale corrispondenza che il suo bisnonno scrisse mentre si trovava al Fronte Orientale: di solito i nostri soldati erano scrupolosi nell'indicare l'indirizzo-mittente, per essere sicuri di ricevere posta da casa.
Il 9° Reggimento includeva, oltre al Comando e alla Compagnia Comando reggimentale, i Battaglioni L'Aquila, Vicenza e Val Cismon... più altri reparti.
Capire a quale di essi appartenesse Igino la aiuterebbe a meglio circoscrivere le ricerche e gli eventi in cui fu, con ogni probabilità, coinvolto.
Dall'autunno 1942 e fino al 16-17 dicembre di quello stesso anno, la Divisione Julia (che aveva raggiunto il Fronte Russo nell'estate 1942) era schierata fra la Tridentina e la Cuneense.
In seguito fu spostata a sud del fiume Kalitva, nel settore occupato in precedenza dal II Corpo d'Armata (Divisioni Cosseria e Ravenna), per tamponare la situazione venutasi a creare dopo il poderoso attacco sovietico che aveva provocato un arretramento del Corpo d'Armata suddetto.
In questa fase la Divisione passò temporaneamente alle dipendenze del XXIV Corpo Corazzato germanico, il cui Comando - sebbene i Tedeschi fossero di solito avari nel riconoscere il valore delle nostre truppe - non lesinò elogi agli alpini della Julia che resistettero un mese in condizioni molto difficili.
Da queste ultime posizioni la Julia iniziò ad arretrare, tornando nei ranghi del Corpo d'Armata alpino (che ricevette ordine di lasciare le linee sul Don il 17 gennaio 1943).
Segnalo, in proposito, che grazie al
sistema webgis
disponibile nel sito
www.plini-alpini.it potrà ricavare una cartina specifica del ripiegamento della Divisione Julia (proprio utilizzando il medesimo sistema webgis ho creato le due mappe che ho inserito poc'anzi... ma una cartina che illustri in dettaglio il ripiegamento risulterebbe un pochino troppo grande per questa schermata, se si desidera evidenziare bene le varie località attraversate dalla Julia).
Igino risulta scomparso il 21 gennaio 1943. Tale data emerge anche dalla
pagina di consultazione
del Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti (Mindifesa).
Ora,, è difficile sintetizzare qui i duri giorni del ripiegamento della Julia, ma posso dirle che - quel giorno - il 9° Reggimento venne attaccato dai Sovietici nei pressi di Lesnišankij e che dalle 16.00 del 21 gennaio non si ebbero più notizie del Comando reggimentale.
Nella cartina che vado a inserire la posizione della località di Lesnišankij (oggi Politotdel'skoe) è riquadrata in colore blu.
In
Fronte Russo: c'ero anch'io (Vol. 2°), a cura di Giulio Bedeschi ed edito da Mursia, potrà trovare la lunga relazione del colonnello Federico Moro che dopo il ripiegamento (usciti dalla sacca i pochi resti della Julia) ebbe il Comando interinale della Divisione.
Il testo, da pagina 243 a pagina 272, descrive gli eventi in cui la Julia venne coinvolta tra il 19 dicembre 1942 e il 2 febbraio 1943 e credo che per lei costituirebbe lettura interessante.
Il libro, che raccoglie in ogni caso numerose testimonianze di reduci del Corpo d'Armata alpino, è reperibile di certo presso molte biblioteche (qualora non desiderasse acquistarlo).
Concludo dicendo che pochissimi della Julia, per svariate circostanze, riuscirono ad agganciare la colonna della Divisione Tridentina e a uscire dall'accerchiamento.
Il resto della Divisione venne annientato nei vari scontri durante il ripiegamento; quanti erano sopravvissuti al freddo, alla stanchezza e alle battaglie di quei giorni, si arenarono nei pressi di Valujki (ultimi giorni di gennaio), dove lo stesso comandante della Divisione - il generale Umberto Ricagno - venne catturato. Rientrerà dalla prigionia solo nel 1950.
Per il momento mi fermo.
Un caro saluto.
Patrizia