L'
Operazione Piccolo Saturno sovietica ebbe inizio il 16 dicembre 1942 (preceduta da una fase di logoramento molto intensa e pesante per alcuni nostri reparti, a partire dall'11 dicembre) e, come si è detto, portò le Divisioni del II, XXXV e XXIX Corpo d'Armata a lasciare le proprie linee sul Don. L'ordine di ripiegamento - per il XXIX CdA - giunse il 19 dicembre 1942.
La Sforzesca, dopo essere arretrata di una ventina di chilometri, ricevette tuttavia un nuovo ordine (20 dicembre): avrebbe dovuto assestarsi sul fiume Chir (o Tschir), nel tentativo di fermare, o quantomeno rallentare, l'avanzata avversaria in quel settore.
In quelle ore drammatiche - nonostante le condizioni di inferiorità - la Divisione riuscì a distruggere sette carri armati avversari.
Ripreso il movimento verso sud, la Sforzesca risultò purtroppo circondata dai Sovietici; a seguito di scontri accaniti (sia il 21 dicembre, sia la notte tra il 21 e il 22), l'avanguardia divisionale (I Battaglione del 53° Reggimento Fanteria) riuscì a sganciarsi e a uscire dall'accerchiamento.
Il 54° Reggimento, invece, rimase chiuso nella morsa, né poté ricevere il supporto del 6° Reggimento Bersaglieri, che venne attaccato e respinto dai carri armati.
Il 22 dicembre 1942, a Kijewskoje (o Kievsckij), si costituì gradualmente il cosiddetto
Blocco Sud, intorno al nucleo omogeneo dei superstiti della Sforzesca (altro itinerario e altri eventi dovettero affrontare le Divisioni che formarono, invece, il
Blocco Nord).
Nell'ambito del
Blocco Sud, i resti del 6° Reggimento bersaglieri diedero vita alla
Colonna Carloni (dal nome del colonnello Mario Carloni, comandante il 6° Reggimento Bersaglieri). Si trattava di una colonna motorizzata, di cui fecero parte aliquote della Divisione Sforzesca (in modo specifico del 17° Reggimento Artiglieria).
Con il
Blocco Sud procedettero inoltre uomini provenienti da altri Corpi d'Armata, radunati in battaglioni di formazione, uno dei quali - includendo elementi della Sforzesca - fu denominato
III Battaglione Sforzesca.
Gli altri due battaglioni di formazione erano il
I Battaglione Pasubio e il
II Battaglione Celere (meno il 6° Reggimento Bersaglieri).
In tali circostanze, è intuibile che capire
chi ripiegò con chi non è semplice.
In
questa galleria cartografica
, l'immagine A11 schematizza il percorso compiuto dal
Blocco Nord e dal
Blocco Sud.
A fine dicembre i resti della Sforzesca erano fuori dall'accerchiamento.
Il 3 gennaio 1942, i superstiti del
Blocco Sud raggiunsero Forštadt (oggi la località dovrebbe chiamarsi Belaja Kalitva) e in treno furono trasportati a Rykovo (o Enakjevo, o - in ucraino - Yenakijeve), dove arrivarono il 5 gennaio.
Quegli elementi della Sforzesca (17° Reggimento Artiglieria) che avevano ripiegato in modo specifico con la
Colonna Carloni, combatterono poi a Pavlograd (dal 10 al 20 febbraio 1943) insieme alla Colonna stessa, che era passata alle dipendenze temporanee del Comando tedesco di Dnepropetrovsk.
Furono giorni di scontri violenti, nel tentativo di rallentare l'avanzata verso sud degli avversari.
Si trattò degli ultimi combattimenti sostenuti da reparti italiani sia contro forze motorizzate e corazzate sovietiche, sia contro reparti partigiani. La giornata più dura fu quella del 17 febbraio, a detta di un reduce del 120° Reggimento Artiglieria Motorizzato della Divisione Celere che ho avuto l'onore di conoscere, ma che ormai è deceduto.
Come lei stessa ha potuto notare, a moltissimi dispersi della Sforzesca il Ministero della Difesa ha poi assegnato - come data di scomparsa - il 25 gennaio 1943. Data d'ufficio, quindi, che non dice molto: probabile che in quei giorni si stessero riorganizzando i superstiti e verificando in modo ufficiale le perdite subite dalla Divisione. Per approfondire le ricerche - qualora non l'avesse già fatto - suggerisco di dare uno sguardo al
file-guida
, nonché all'
elenco bibliografico
, entrambi disponibili in questo sito.
Con un messaggio privato (clicchi sulla relativa scritta, in alto e a destra in questa schermata) le invierò l'indirizzo di posta elettronica del vice-presidente nazionale, Italo Cati (il cui papà era nella Sforzesca), che si è reso disponibile a fornirle altri particolari su tale Divisione.
Infine, se desidera che una foto di nonno Giuseppe venga pubblicata nella galleria-immagini di questo sito dedicata ai caduti, ai dispersi e ai morti in prigionia, può inviarmi un file .jpg scrivendo a
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Un caro saluto.
Patrizia
P.S.
Segnalo anche il
sito sulla Divisione Sforzesca
... non so se abbia già avuto modo di darvi un'occhiata.