di Ornella Mattarini
Il monumento genovese dedicato ai Caduti e Dispersi della Campagna di Russia si trova nel cimitero monumentale di Staglieno, uno dei cimiteri monumentali più importanti d’Europa... tanto importante e spettacolare che il Comune di Genova, l’Università e la Soprintendenza ne hanno congiuntamente richiesto l’inserimento tra i monumenti Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco.
Il cimitero di Staglieno è un museo a cielo aperto, che conserva oltre un milione di stupende opere d’arte tra lapidi e statue, realizzate tra la metà dell’Ottocento e i primi del Novecento da numerosi artisti genovesi e non. Tra le più famose, degne di nota sono la statua dell’Angelo della Resurrezione, decorazione della tomba Oneto, creata nel 1882 da Giulio Monteverde – che tra le opere scultoree che rappresentano angeli è considerata uno dei monumenti più belli e affascinanti per la forte carica di emotività sensuale – e la statua della Venditrice di noccioline, in vita Caterina Campodonico, opera del 1882 di Lorenzo Orengo.
In questo cimitero si trovano anche le tombe di personaggi storici famosi... Celebri sono le tombe di Giuseppe Mazzini, Nino Bixio, Stefano Canzio e di numerosi altri garibaldini sepolti nel Campo dei Mille; qui si possono vedere anche le tombe di Michele Novaro (compositore cui si deve la musica dell’inno italiano) e dell’antifascista e partigiano Ferruccio Parri; altri, legati alla storia più recente della città, hanno trovato sepoltura qui, come Costance Lloyd, scrittrice e giornalista e moglie di Oscar Wilde, che fu anche una femminista convinta (in una riunione affermò il principio, fra l’altro, dell'importanza dei genitori e soprattutto della madre, che avrebbe dovuto avere il dovere civico di instillare nei figli l'odio verso la guerra); non dimentichiamo l’attore dialettale Gilberto Govi e la moglie Rina, il cantautore genovese Fabrizio de Andrè, la scrittrice-giornalista Fernanda Pivano e l’operaio sindacalista Guido Rossa, ucciso dalle Brigate Rosse il 24 gennaio 1979.
Il Monumento ai Caduti in Russia è opera dell’artista genovese Giovan Battista Semino e risale al 1968. Vi si accede dall’entrata a ponente, lungo il viale intitolato agli Eroi Caduti di tutte le Guerre. Lungo questa via che si snoda verso sinistra si trovano anche altri monumenti che la Patria riconoscente pose a tutti i Corpi dell’esercito per ricordarne i caduti. I monumenti più suggestivi sono appunto quello dei Caduti al Fronte Orientale, quello dedicato agli Alpini e il Monumento dei Caduti senza Croce, in memoria dei dispersi che non poterono avere una croce che li ricordasse, anch’esso opera di Semino (1975).
Il Monumento ai Caduti in Russia si presenta con una imponente base di pietra, sovrastata da una statua bronzea opera della Fonderia d’Arte Massimo Del Chiaro di Pietrasanta di Lucca, fatta con l’antico metodo della “cera persa”, creando – cioè – un modello in cera su cui si fa lo stampo di argilla, dal quale viene, in seguito, sciolta e scolata la cera per sostituirla con il bronzo fuso. Sul basamento della statua, in lettere dorate, la scritta “AI CADUTI IN RUSSIA 1941-1943”.
Ai lati della statua, due lapidi in marmo riportano i nomi delle Divisioni e dei reparti impegnati al Fronte Orientale.
Sul davanti due croci di bronzo, sovrastate da un elmetto militare.