Salve, Davide.
L'ente russo, sebbene a volte sia necessario avere una discreta pazienza, mantiene le promesse.
Bisogna tenere presente l'alto numero di richieste che i Memoriali riceve, non solo - ovvio - dai congiunti di militari italiani, ma anche da quelli di altre nazionalità.
In questo caso mi sembra abbiano mostrato un'attenzione ulteriore, sottolineando quanto lei ha riferito.
Non posso non essere lieta nel leggere che l'elenco caduti e dispersi disponibile in questo sito venga utilizzato sfruttandone le potenzialità intrinseche (la creazione di liste di nominativi personalizzate in base a determinati parametri e il riordino dei dati delle singole colonne al fine di evidenziare aspetti di interesse specifico) e concordo con le sue conclusioni: ritengo molto probabile che i documenti forniti siano relativi al suo prozio Giovanni Battista. Vi sono diversi dettagli che coincidono.
Errori e/o fraintendimenti legati alle difficoltà di traslitterazione si sono presentati con una certa frequenza e il dottor Carlo Vicentini (reduce di prigionia e past-president U.N.I.R.R., purtroppo deceduto nei primi mesi del 2017) lo spiega molto bene in un file che - se non lo avesse ancora letto - troverà in
Risorse --> Documenti.
Per sua comodità ecco il link per accedere in modo veloce alla schermata:
www.unirr.it/lista-articoli-di-tutte-le-categorie/43-filmati/78-documentazione-russa-relativa-ai-prigionieri-di-guerra-italiani
Torniamo alla comunicazione dei Memoriali.
Se consideriamo il nome di battesimo,
Giovanni (senza Battista), la traslitterazione comune in cirillico è la seguente:
Джованни.
L'iniziale in cirillico è proprio una
D. I russi tendono a pronunciare
Giovanni come
Dzhovanni; il suono iniziale è un misto tra una
d, una
zeta dolce e una
j. Tenuto conto di questi elementi legati sia alla traslitterazione sia alla pronuncia, non mi pare vi sia poi una differenza enorme tra
Giovanni e
Devani.
Bisogna poi pensare alle difficoltà di chi, all'epoca, trascrisse in cirillico quanto sentiva pronunciare in italiano dai nostri militari, senza dubbio molto debilitati al momento dell'arrivo nel campo e della registrazione delle loro generalità.
In quanto al numero del lager (56 vs 53 --> quest'ultimo era il campo di Aleksin), al suo posto ricontatterei il Commissariato Generale chiedendo una verifica ulteriore.
Onorcaduti è in possesso dei tabulati in cirillico forniti negli anni '90 al nostro Governo dal Governo russo.
Comunque non è da escludersi un errore di trascrizione.
Un saluto cordiale.
Patrizia
P.S.
Per tagliare la testa al toro, ho effettuato una verifica veloce nell'elenco caduti e dispersi, controllando quei prigionieri deceduti ad Aleksin classificati come
nome incerto e a mio parere non vi è nulla che si avvicini a
Bertoloni Giovanni (Battista).
Mi sono permessa, inoltre, di aggiungere una nota alla scheda di dettaglio del suo prozio, per evidenziare in modo succinto quanto riferito dall'ente russo.