Recensione di Patrizia Marchesini
Tra le sue molte particolarità la Campagna di Russia include anche quella di essere stata raccontata in special modo da testi di memorialistica, più che da trattazioni di storici e studiosi. I ricordi dei reduci – sotto forma di racconti e rievocazioni oppure di veri e propri diari – sono in alcuni casi capolavori di letteratura, ma hanno talvolta il limite di offrire una ricostruzione soggettiva degli eventi.
La predominanza di materiale autobiografico, rispetto agli studi con approccio scientifico, ha tra le sue cause l’oggettiva penuria di fonti documentarie originali; il rapidissimo precipitare degli eventi nel settore dell’Armata Italiana sul Don permise di salvare solo di rado i carteggi degli Stati Maggiori di Corpo d’Armata o di Divisione. In maggioranza furono distrutti sul posto, ma una parte di essi finì in mano sovietica.
Nel capitolo introduttivo, Giorgio Scotoni evidenzia come la Guerra Fredda abbia poi ostacolato – o meglio, impedito del tutto – gli scambi fra studiosi italiani e studiosi dell’Est.
Nel 1979 l’Istituto per la Storia della Resistenza di Cuneo coordina il convegno internazionale Gli Italiani sul fronte russo, un primo tentativo di indagare, oltre agli eventi più noti, anche temi quali la ripartizione tra i Tedeschi e i loro alleati delle risorse dei territori sovietici occupati.
Negli anni Novanta, però, i profondi mutamenti nell’Europa orientale consentono l’accesso – seppure parziale – a fondi e archivi. Sempre agli inizi degli anni ’90 risale l’accordo tra Onorcaduti e i Memoriali di Guerra Russi. La collaborazione tra i due enti ha lo scopo di reperire i resti dei caduti dell’Arm.I.R., nonché di identificarli ed esumarli, quando possibile.
Parallelamente agli interventi ufficiali, si sviluppa tutta una serie di iniziative di – come le chiama Scotoni – diplomazia popolare, il cui esempio più eclatante è di sicuro la costruzione dell’asilo Sorriso, a Rossoš’, grazie all’impegno di circa mille volontari dell’Associazione Nazionale Alpini.
Nel 1995 il Museo Nazionale della Guerra di Rovereto promuove la pubblicazione in italiano del libro di Alim Morozov, Dalla lontana infanzia di guerra, una testimonianza autobiografica importante sull’occupazione alpina a Rossoš’. Seguono altri progetti, culminati nel 2003 con il convegno storico italo-russo Dalla parte di Ivan. Il racconto della ritirata del Don a confronto con la storia locale russa, organizzato dall’associazione culturale ISKRA di Trento.
Nel 2005 l’Università Statale Agraria di Voronež – V.G.A.U. – organizza la conferenza L’Alto e Medio Don nella Grande Guerra Patria, primo incontro in Russia mirato specificamente a ricostruire le sorti delle cosiddette Armate satelliti del Terzo Reich, e occasione di confronto fra studiosi russi, ucraini, bielorussi, italiani, tedeschi e ungheresi.
Un ulteriore sviluppo del percorso di ricerca è costituito da questi due volumi, che raccolgono molto materiale inedito, grazie alla desecretazione – nel 2007 – di cinque milioni di documenti relativi alla Grande Guerra Patria da parte del Ministero della Difesa della Federazione Russa.
Tramite l’università V.G.A.U. citata in precedenza, è stato possibile avviare un primo esame del materiale d’archivio riguardante l’8ª Armata, documentazione di cui le truppe sovietiche riuscirono a impadronirsi nelle offensive del dicembre 1942 – gennaio 1943. La maggior parte dei carteggi appartiene agli Stati Maggiori delle tre Divisioni alpine. Il progetto editoriale viene affidato a due curatori, uno italiano (per l’appunto, Giorgio Scotoni) e uno russo (S.I. Filonenko).
Il titolo dei due volumi, e i loro rispettivi sottotitoli (Inquadramento e trasferimento al Fronte Orientale, i rapporti con la popolazione e con i Tedeschi nei carteggi desegretati dagli archivi ex-sovietici e Le operazioni militari dal gennaio 1942, la lotta sul fronte e nelle retrovie contro i partigiani nei carteggi desegretati dagli archivi ex-sovietici) sono piuttosto espliciti.
Comunque, per dare qualche dettaglio ulteriore, i documenti spaziano dalle disposizioni inerenti il trasferimento del Corpo d’Armata alpino al Fronte Orientale alla Convenzione italo-tedesca in materia di pagamenti, risorse e rifornimenti, requisizioni, fornitura alloggi, vestiario ed equipaggiamento, costituzione di case del soldato;[1] dalle direttive per la lotta anti-partigiana a quelle riguardanti i prigionieri di guerra sovietici; dalle azioni di pattuglia al di là del Don alla sistemazione difensiva invernale; dai bollettini operativi più o meno cifrati del Comando di Corpo d’Armata alpino al contegno da tenersi in prigionia, qualora catturati; dai richiami a reparti di Camicie Nere – poco abituate a certe formalità e al bon ton – ai progetti di allarme. I due volumi, suddivisi in sezioni tematiche, offrono una panoramica senza dubbio interessante e permettono di contestualizzare i vari documenti, grazie a brevi testi introduttivi che precedono ciascun capitolo e, in taluni casi, i documenti stessi.
Retroscena della disfatta italiana in Russia nei documenti inediti dell’8ªArmata
Vol. 1 – L’occupazione
Vol. 2 – La disfatta
a cura di G. Scotoni e S.I. Filonenko, Casa Editrice Panorama, Trento, 2008
[1] Il testo completo di tale Convenzione (in data 16 giugno 1942) era – a dire il vero – già stato inserito in I servizi logistici delle Unità italiane al Fronte Russo (1941-1943), a cura USSME, 1975, Roma. Si veda documento 10, pagg. 240 e seguenti.