Sottotenente Guido Razzini
Napoli, 17.04.2016 – Taliza, 10.02.1943
I versi che seguono, di Mario Razzini (da molti anni iscritto all'U.N.I.R.R.), hanno partecipato al Premio Nazionale di Poesia “Salvatore Cerino” , giunto alla diciassettesima edizione.
Salvatore Cerino, nato nel 1910, è stato uno degli ultimi grandi poeti dialettali partenopei. Trasse ispirazione in modo particolare dai luoghi della sua Napoli e dalla natura (Tutt’o criato è n’armunia che canta…).
Si spense nel 1992.
Il 5 maggio scorso – presso la Parrocchia di Santa Maria del Parto, che domina la splendida insenatura di Mergellina col suo edificio cinquecentesco – si è svolta la cerimonia che ha visto il dottor professor Mario Razzini primo classificato per quanto ha saputo esprimere in ricordo del papà, il sottotenente di complemento Guido Razzini, classe 1916, al Fronte Russo con il 54° Reggimento Fanteria della Divisione Sforzesca.
Il giovane ufficiale giunse al campo 165 di Taliza (Talicy) dopo essere stato catturato dai Sovietici. Durante una perquisizione, in segno di disprezzo gli vennero strappate le mostrine con le stellette e fu lacerata una foto della moglie. Guido Razzini, benché infermo e in gravissime condizioni, riuscì a trascinarsi per recuperare gli oggetti (scagliati oltre il reticolato), che poi affidò a un commilitone prima di morire.
Quest’ultimo, sopravvissuto alla prigionia, dopo il rientro in Italia consegnò mostrine e foto alla famiglia di Guido, che li avrebbe sempre conservati con amore e pena infiniti.
Il sottotenente Razzini si spense il 10 febbraio 1943... senza avere potuto mai conoscere il figlio Mario, nato il 22 gennaio, diciotto giorni prima del suo decesso.
Nel 2004 gli fu conferita la Croce al Merito di Guerra.
Grazie Padre
Padre, non c’eri e mi figuravo la tua persona dalle parole dei nonni,
da quelle appassionate di mia madre e degli amici:
nei miei pensieri eri il timoniere della grande barca.
Così nei momenti d’incertezza
mi sono aggrappato alla tua immagine forte
che senza parole governava il battello
e di cui mi bastava lo sguardo
per essere sicuro di poter andare.
Nel cimitero di guerra, in un villaggio sperduto della Russia
sono venuto a trovarti, Padre mio.
In ginocchio, dinanzi ad una macchia di betulle,
svettanti sulla grande tomba dei soldati,
avverto la tua vicinanza, il tuo respiro
e comincio a parlarti tra i singhiozzi:
Grazie Padre per avermi ricordato con trepidante tenerezza,
ogni giorno, nelle tue lettere dal fronte,
pur non avendomi mai visto.
Grazie per l’amore che a mia madre hai dato
alimentandone la forza ed il coraggio.
Grazie per la mano silente e misteriosa
che ho sentito sulla spalla,
nei momenti più difficili e più tristi.
E grazie per questo nostro incontro
che Dio ha voluto In un giorno luminoso
reso lieto da canti e doni offerti in pace
da ragazzi e maestri della scuola di Tallitz.
IMMAGINI E DOCUMENTI
Fronte/retro della cartolina acquistata alla stazione di Novara e spedita dal sottotenente Guido Razzini alla moglie Maria.
La cartolina, per una coincidenza stranissima, mostra il viso di un bimbo molto somigliante al figlio di Guido (Mario Razzini, l'autore dei versi),
che nella foto è ritratto all'età di circa due anni.
Un trafiletto commemorativo dell'epoca, relativo alla notizia del decesso in prigionia del sottotenente Guido Razzini.
Esso testimonia l'affetto e la stima di cui era circondato nella sua città.
La foto lacerata della signora Maria e le mostrine con le stellette appartenute al sottotenente Guido Razzini.
Nel testo introduttivo si racconta come questi cimeli fossero tornati in Italia per essere consegnati alla famiglia del giovane ufficiale.
Un dettaglio del Foglio Matricolare (che evidenzia la cattura sul Fronte Russo e la morte in prigionia, avvenuta il 10 febbraio 1943)
e la Croce al Merito di Guerra, conferita nel 2004.
FINE
Nota
La foto del sottotenente Guido Razzini che introduce questo articolo fu scattata il giorno della sua nomina a ufficiale.
Ringraziamo di cuore il dottor professor Mario Razzini per tutto il materiale fornito.