Giobatta DandaSe n'è andato il 13 giugno scorso, dopo una caduta in casa...

Nato a Chiampo (VI), classe 1921, dal 2008 era cittadino onorario di Vestone. Proprio con la 54ª Compagnia del Vistù il giovane sottotenente Giobatta Danda aveva partecipato alla Campagna di Russia, raccontando poi la sua esperienza in un libro di memorie.

Decorato di Medaglia di Bronzo (per il fatto d'arme avvenuto a Kotovskij il 1° settembre 1942), di Medaglia d'Argento sul campo (per il suo comportamento a Nikolaevka, il 26 gennaio 1943), nonché di tre Croci al Merito di Guerra, dopo il Fronte Orientale e gli eventi successivi all'8 settembre 1943 divenne comandante della Brigata Rosselli (Divisione Partigiana Vicenza).

Nel partecipare al dolore dei familiari di Giobatta Danda, l'U.N.I.R.R. ha pensato di ricordarlo con le sue stesse parole, tratte da Nikolajewka: c'ero anch'io, a cura di Giulio Bedeschi.

 

[...] pur nell'amarezza del ricordo dei molti amici che non sono tornati, sentiamo l'animo pervaso da una grande calma e dalla riconoscenza per il loro sacrificio e per la bontà di Chi è sopra tutti noi, nell'avere permesso il nostro ritorno e oggi darci ancora la possibilità di ricordare con animo sereno quelli che – rimanendo lassù – hanno fatto molto più di tutti noi.

Questo struggente nostro ricordo dovrebbe in tutti vivificare riconoscenza e amore. Lontani nel tempo, lontani dalla possibilità di rimediare agli errori ineluttabili di ogni periodo bellico, solo questi – mi pare – siano i sentimenti che contano e solo questi i sentimenti che dovrebbero consentire di costruire positivamente.

Tanti hanno scritto di cose nostre, anche purtroppo con penne e su fogli ispirati a sentimenti che non possiamo condividere. Siamo dell'opinione che costoro non hanno partecipato e vissuto col cuore le nostre vicende e così per loro tutto si è risolto talvolta a merito o demerito di personaggi e reparti.

È stata, in realtà, una vicenda immane, che ha coinvolto migliaia e migliaia di uomini, un numero cospicuo di reparti, anche non alpini, e molti soldati, anche non italiani.

Così come, nel visitare quei lindi cimiteri in certe città e di certi paesetti di montagna, si sente come la cura delle tombe corrisponde al civile ricordo di chi sopravvive, altrettanto siamo amareggiati nel constatare che talvolta, purtroppo spesso, la Patria ufficiale, proprio nei sentimenti che per noi sono i più importanti, non fa molto per ricordare alle giovani generazioni lo spirito, i sentimenti e le ansie che animarono coloro che hanno vissuto quelle lontane vicende.

Ecco perché ci sforziamo di esprimere [...] pensieri e sentimenti che dovrebbero giovare a tutti.

Se così avremo contribuito a nuovi e più nobili pensieri nell'animo di molti giovani, avremo giovato a tutti e ancor più avremo degnamente ricordato i nostri amici che non sono tornati. [...]

 

 


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