Antonio Careddu
Tempio Pausania (SS), 1919 – Bologna, 2015
Il 29 novembre avrebbe compiuto 96 anni.
Ma Antonio ha chiuso gli occhi stamattina, alle dieci.
Da circa due settimane era all’ospedale e – durante una mia visita – aveva sussurrato: “Tra poco vi lascerò...”
Le poche parole – rassicuranti e un po’ banali – che avevo cercato di pronunciare si erano infrante contro il suo sguardo ed erano scivolate via, inutili.
Non era certo un omone, Antonio.
E negli ultimi giorni, sotto le lenzuola, pareva uno scricciolo.
Eppure – il 12 dicembre 1942 – quel giovane fuciliere di ventitré anni tenne a bada la marea avversaria che rischiava di sommergere l’89° Reggimento Fanteria della Divisione Cosseria.
Sparò e sparò, finché non venne ferito due volte – e in modo grave – al braccio sinistro.
Dal primo posto di medicazione nelle immediate retrovie, venne trasferito altre sette volte in diversi ospedali – da campo o di riserva – e solo a Dnepropetrovsk iniziò a sperare che, forse, non gli avrebbero amputato il braccio.
Partì per l’Italia il 17 gennaio 1943, su un treno ospedale che – dopo quanto aveva vissuto – gli sembrò un paradiso.
La convalescenza sarebbe stata lunghissima e avrebbe dovuto sopportare il gesso per nove mesi, dedicandosi poi con pazienza a esercizi di riabilitazione per recuperare l’uso dell’arto.
Il suo comportamento del 12 dicembre gli varrà la Medaglia d’Argento al Valor Militare, ma in proposito è sempre stato schivo e modesto.
Anzi, mi confidò di avere pensato più volte e con tristezza che ciò per cui aveva ottenuto la medaglia aveva significato di certo la morte di tanti soldati sovietici.
Ricordava bene come venivano avanti, ammucchiati, a ondate successive che parevano senza fine.
Di lui mi mancheranno più di ogni altra cosa il sorriso affettuoso e quel modo tutto suo di stringermi la mano mentre parlavamo, quasi a dirmi che – a volte – le parole non sono poi così importanti.
La Presidenza Nazionale e l'intera U.N.I.R.R. si uniscono al dolore della signora Francesca – moglie di Antonio – e del figlio Stefano.
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I funerali si terranno giovedì 19 novembre p.v., alle ore 15.15, presso la Chiesa della Certosa di Bologna.
Per chi desiderasse leggerla, qui è disponibile l'intervista ad Antonio Careddu.