Francesco Cusaro, presidente nazionale U.N.I.R.R., lo scorso agosto è stato in Russia insieme a un gruppo di altre persone. Il viaggio ha toccato diverse località, in special modo alcune tra quelle in cui erano dislocate le nostre Divisioni di Fanteria.
Nei pressi di Krasnogorovka – nella zona lungo il Don che è passata alla storia come Berretto Frigio – il gruppo è stato avvicinato da Eugenio, una guardia forestale russa. Dopo avere appurato da dove venisse il gruppo stesso e per quale motivo si trovasse in quei luoghi, l’uomo ha consegnato – a titolo gratuito, ci teniamo a sottolinearlo – una gavetta e un piastrino affinché fossero riportati in Italia.
Il signor Tullio Cavestro, a sinistra, ha in mano la gavetta e il piastrino mostrati da Eugenio (a destra), la guardia forestale russa.
Tullio, come Francesco Cusaro, era uno dei componenti del gruppo che lo scorso agosto si è recato in Russia.
La gavetta reca inciso il nome di Angelo Gasparini (non emerge nessun caduto o disperso con tale nominativo), mentre il piastrino apparteneva a Mario Malesani.
Da una verifica nella banca-dati disponibile in questo sito, Mario fu al Fronte Russo con il IX Battaglione Mortai (Divisione Pasubio). Nato a Tregnago (VR) il 2 maggio 1915, risulta deceduto il 17 maggio 1943 (a soli ventotto anni) nel campo di prigionia n. 241/1, a Vsevolodo Vil’va (regione di Perm).
Nel marzo 1943 al campo n. 241/1 erano giunti circa settecento prigionieri italiani, sopravvissuti al lager n. 56 di Uciostoje. Dopo soli tre mesi, di quei settecento nostri soldati ne erano morti più di duecento. I superstiti furono trasferiti a Baskaja (campo n. 241/4) da dove – insieme ai prigionieri provenienti dal campo di Kizel – partirono nel settembre 1943 per l’Asia Centrale, destinati al lager 29/2 di Pahta-Aral (oggi Macta Aral, in Kazakhstan).
Tuttavia, come abbiamo detto, Mario era deceduto in maggio...
Siccome il piastrino affidato dalla guardia forestale era di un militare italiano morto con certezza in prigionia, la riconsegna del piastrino stesso non può comprometterne il ritrovamento e l’identificazione dei resti, che con ogni probabilità furono all’epoca inumati in una fossa comune a Vsevolodo Vil’va, ben lontano da Krasnogorovka, dove il cimelio venne recuperato tempo fa da Eugenio.
Mario era figlio di Girolamo Malesani e Marianna Colombari.
Secondo le ricerche svolte dalla Presidenza Nazionale U.N.I.R.R., la famiglia si era spostata da Tregnago a Illasi e, nel 1924, a Verona.
Girolamo Malesani e Marianna Colombari, i genitori di Mario
Grazie ai Servizi Demografici dei tre Comuni – in particolare all’interessamento sollecito della signora Valeria Marchi del Comune di Tregnago, della signora Fiorenza Martinelli del Comune di Illasi e della dottoressa Paola Zanchetta del Comune di Verona, nonché del signor Flavio Tosi, sindaco di Verona – è stato possibile non solo ricostruire gli spostamenti della famiglia Malesani, ma anche entrare in contatto con la signora Renata Debattisti, figlia di Giuseppina Malesani, una delle sorelle di Mario.
Tre diverse immagini di Giuseppina Malesani, sorella di Mario
La signora Debattisti, dopo avere ricevuto la raccomandata di Francesco Cusaro, lo ha subito chiamato al telefono: con grande emozione ha riferito che la sua famiglia perse un’altra persona a causa della Campagna di Russia; di Mario Malesani non si sapeva nulla dal 1942.
L’Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia organizzerà una commemorazione in onore di Mario Malesani e in ricordo del suo sacrificio; durante la cerimonia il piastrino verrà riconsegnato alla famiglia.
Un grazie di cuore a Lorella e a Luigi – figli della signora Renata – che hanno fornito le immagini a corredo di questo articolo.
Di Mario, purtroppo, non sono state conservate fotografie.
Chi lo desidera, può prendere visione del video, suddiviso in tre parti, realizzato da Francesco Cusaro durante il viaggio in Russia: