Da Fronte Russo: c'ero anch'io - Vol. I, a cura di Giulio Bedeschi, Mursia Editore, Milano, 1983
Testimonianza dal diario del tenente Luciano Mela, Reparto Comando, Reggimento Savoia Cavalleria
7 novembre 1941. E piove: una pioggia insistente, a torrenti; un gran freddo; un vento che porta via, letteralmente.
In previsione del tempo cattivo avevo fatto ieri un radio, pregando di inviare i carrettini sino al ponte rotto: e così, a cavallo del ponte, ho potuto rifornire i reparti. Tutto è avvenuto sotto la pioggia, fra gli ululi sinistri del vento.
Sono partito alle sette di questa mattina e sono tornato alle cinque del pomeriggio. Ormai sono abituato al pasto unico, quindi non faccio molti sforzi per restare l'intera giornata senza assaggiar nulla.
Ma questa sera ho fatto un buon pranzetto e ho bevuto una bottiglia – un'altra – del buon vino italiano, il Monte Forte.
Dovrei fare un inno al buon vino italiano; e non sarebbe rettorica.
Quel buon vino che sa di sole, che ricorda la nostra bella campagna italiana, i filari della vite, la bella vite coi grappoloni d'uva matura.
Come si ricordano, qui, sotto il cielo bigio, spersi nella steppa sconfinata, gli autunni dorati della campagna nostra.
Qualsiasi angolo d'Italia, il più sperduto, il più misero, è un angolo di paradiso, in confronto di questa terra stepposa di Russia!
E quanti corvi, quanti corvi!
Solo voli immensi, intere nuvole di corvi, grandi e piccini, che gracchiano sinistri, si alzano a volte larghe, lente, lugubri per ritornare, appena passato l'uomo, a compiere il lavoro macabro sulle carogne. Grande festa pei corvi, adesso. La via è seminata di carogne; quanti cavalli segnano il cammino della nostra Divisione [Celere, n.d.r.]! Sono l'indicazione più sicura.
Durante le mie peregrinazioni, quando non trovo cartelli indicatori, seguo la via segnata a destra e a sinistra dalle carogne dei cavalli. E so, dallo stato in cui si trovano, se la Divisione vi è passata da molto tempo o da poco. Lo so osservando il lavoro compiuto dai corvi.
Che iniziano divorando gl occhi e in genere le parti molli; poi, aspettando la putrefazione, vanno sempre più avanti. Sono aiutati, nel loro lavoro, dai cani randagi.
Mi accorgo di essere un po' macabro e cambio discorso; ma forse questo senso del macabro è entrato in me per lo spettacolo triste di questa terra che tutt'oggi ho osservato.
Lo stemma araldico di Savoia Cavalleria è preso da wikipedia.