Da Ritrovato dopo 40 anni
Diario della Campagna di Russia 1942-43 del bersagliere Silvio D’Aloiso
Grafiche Quadrifoglio, Foggia, 1996
Negli ozi di Klockovka – come Annibale a Capua – riprese per noi la solita vita tranquilla e beata: una vera pacchia. [...]
Ma a gustare la mia serenità in quei giorni fu un banale incidente balistico che per poco non arrecò danni alla mia incolumità personale e non mi procurò noie con la giustizia militare.
Accadde, infatti, che la mattina del 22 ottobre [1942] Vacchini lanciò una bomba a mano Breda nella strada del paese (unica e sola)... così, tanto per divertirci e non sapendo come impiegarle in questa quiete delle retrovie; e questa non scoppiò. Allora io, per farla deflagrare, volli colpirla spartandola con il moschetto. Ma nell'introdurre la cartuccia nella camera di scoppio, questa esplose incidentalmente, provocandomi – con una fiammata – una ustione alla mano destra, con ritenzione di polvere incombusta.
Stordito dallo spavento e con la mano sanguinante, venni accompagnato da Vacchini al vicino villaggio di Vassilovka, quello del kolkhoz della verdura, dove aveva sede anche una Sezione Sanitaria del 3° [Reggimento] Bersaglieri, e qui [fui] medicato e fasciato.
Ma l'ufficiale medico, nel redigere il referto, mi sottopose a una serie di domande concludendo che doveva denunciarmi al Tribunale di Guerra per autolesionismo.
E ci volle tutta la mia insistenza, e la fedele testimonianza di Vacchini, per fargli capire che non v'era stato dolo... ma soltanto un'accidentale fatalità.
E per dimostrare la mia sincerità mi offrii di partire subito per la linea del fronte. Così si convinse e mi lasciò libero di ritornare a Klockovka.
Intanto la mano ferita mi tormentava dal dolore e, per non dare adito a conseguenze inquisitorie, sopportai silenziosamente – e a lungo – quello strazio.