Da Fronte Russo: c'ero anch'io – Vol. 2°, Giulio Bedeschi, a cura di, Ugo Mursia Editore, Milano, 1983
Testimonianza di Silvio Ratti
Battaglione Alpini Sciatori Monte Cervino
La permanenza sulle alture di Jagodnyj: in buche ben fatte e sicure si viveva come topi di campagna, e lì conoscemmo a fondo i bersaglieri, e impararono anche loro a conoscere noi. Fu sempre una gara fra noi [...].
La gara incominciò per un piccolo maialino di una trentina di chili che scorrazzava fra le nostre linee e quelle russe, e passeggiava ignaro su un nostro campo minato, nella balka alla nostra destra.
Erano ore e ore che i miei alpini studiavano il sistema della cattura dell'ignaro maialino; già ci veniva l'acquolina in bocca, già si sognava un bel coperchio di gavetta pieno di spezzatino di maiale e patate; [c'era] chi portava, nell'elmetto, grano trovato nelle isbe distrutte e già si pensava di fare delle belle focacce fresche da mangiare con lo spezzatino; tutta la linea alpina e bersaglieresca era in orgasmo... la mia Squadra era la più vicina alla ignara vittima, che mangiucchiava l'erbetta davanti alla mia postazione, [e] già tutti noi sorridevamo sotto i baffi e le barbe ispide come un riccio.
Ci siamo tutti rabbuiati in volto quando, da una postazione dei bersaglieri – che fra l'altro avevamo sottovalutati – sentimmo un vero e proprio grugnito di scrofa, ma fatto così bene che pareva una vera madre scrofa che chiamasse il suo piccolo; e davanti ai nostri occhi allibiti vedemmo quel tenero, grazioso, ignorante maialino raddrizzare le orecchie e correre verso il richiamo della presunta madre... che non era altro che il sergente dei bersaglieri Acampora, un isolano di Ischia; buttato a terra e con un vero grugnito di scrofa ci soffiò sotto gli occhi il bel malloppo di carne suina di circa trenta chili; e quando quell'ignorante di maialino fu nelle mani del sergente Acampora, un bersagliere mi gridò:
"Neh, sergente alpino, il porchetto ha preferito noi che abbiamo più tante piume... voi ne avete una sola!"