Da Dal fronte russo – 1941-1942, Urbano Rattazzi – Delfina Rattazzi, a cura di, Il melangolo, Genova, 2013
10 aprile 1942
Ieri mattina un uccellino posatosi su un pioppo, qui davanti a casa mia, ha iniziato uno zufolo sommesso. Si trattava di un tema dolce e familiare. Ho chiesto al mio attendente che uccello fosse: mi ha detto che era uno stornello. E ho scoperto che Beethoven si è ispirato al canto degli stornelli per le prime note dell'ottava sinfonia.
Durante il corso della giornata ho scoperto che la tuta bianca mimetica, se non serve più in combattimento (perché da alcuni giorni il colore del paesaggio è prevalentemente il giallo e il bianco è ridotto a poche striature rachitiche), può invece servire benissimo come pigiama per la notte. Onde, dalla notte scorsa, ho cominciato a dormire mimetizzato. [...]
Come tutte le cose desiderate troppo intensamente, questa temperatura tiepida, quasi calda, questo cielo azzurro, queste tinte dorate, mi sembrano irreali, in certi momenti.
È ancora troppo vicina, troppo presente l'angoscia del dramma invernale.
Ma se l'uomo naturale gode e ride e vorrebbe cantare insieme ai passeri e ai fringuelli, l'homo cogitans e l'homo socialis sono soffocati da un'amarezza che va trasformandosi in violento furore...
Di tanto in tanto io vi mando un telegramma (e qui ne ho trovato uno vostro) ma non sempre posso farlo, o perché mi trovo in linea o perché il centro radio è sovraccarico di lavoro. La novità di questi ultimi tempi è il mio nuovo incarico, molto diverso da quello degli ultimi mesi invernali.
Unisco due foto rappresentanti "guerrieri a riposo" (vago suono di pernacchie in lontananza...). L'altro è Gianni Agnelli.