Da Dal fronte russo 1941-1942, Urbano Rattazzi, Delfina Rattazzi, a cura di, Il melangolo, Genova, 2013
E d'improvviso la neve e il gelo.
La neve è caduta durante la notte, nell'oscurità squassata dal gelido vento iperboreo. Tra gli ululati, i gemiti, i sibili, lo si udiva crepitare contro i vetri delle finestre, quasi implorasse da noi un aiuto, un ricovero. "Apritemi, apritemi, per l'amor di Dio!"
Gli atomi bianchi emergevano come minuscoli fantasmi dalla materia nera della notte, accorrevano a frotte verso la pace luminosa della stanza. Illusi.
Una parete trasparente, una morte silenziosa li attendeva. Urtavano con violenza contro l'invisibile lastra e rimanevano immobili, agonizzanti e. dopo un istante. di ciascuno dei fiocchetti spappolati rimaneva solo una grossa lacrima che scendeva giù lentamente lungo il vetro, disegnandovi un sottile, scintillante rigagnolo.
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