Da Fronte Russo: c'ero anch'io, Volume II, Giulio Bedeschi, a cura di, Ugo Mursia Editore, Milano, 1983
Testimonianza del sottotenente Guido Vettorazzo, Battaglione Tolmezzo, 8° Reggimento, Divisione Julia
Litigando con italiani e con tedeschi, riusciamo a tenere due belle isbe, l’una dopo l’altra, a lato della pista principale.
Dobbiamo però usare tutta l’energia di cui ancora disponiamo, dicendoci addirittura furieri di alloggiamento della Julia. Dopo un bel po’ giunge il resto della Julia... e in due isbe ci sta benone.
Siamo tutti intorpiditi dal gelo e occorre del tempo e della sofferenza prima di poter usare un po’ le mani. Solito traffico per procurare legna, far fuoco, cercare acqua e viveri. Tutto è più facilitato con la presenza dei padroni di casa, che abbastanza benevolmente aiutano, fanno posto, sgombrano i bambini sopra il forno, parlano.
Una donna, con cui scambiamo qualche parola d’altro che non sia pane, gallina e acqua, ci informa che poco prima sono passati molti soldati russi diretti più avanti.
Sembra dire: chi ci capisce qualcosa? Chi avanza? Chi si ritira?
Noi, zitti e preoccupati, ingolliamo qualche intruglio d’occasione, un po’ di latte acido, pane di girasole, nero e duro come cemento fuso.
Fa però un bel caldino e si sta benone.
Presto la stentata conversazione con gli ospiti cade e ci ritiriamo stendendoci sul pavimento dell’unica stanza, uno presso l’altro.
Fuori la luna sembra ghignare mentre inonda di fredda luce il paesone fumoso e assonnato, proiettando ombre dure e sinistre fra le isbe.
I piccoli vetri delle finestre brillano per mille cristalli di ghiaccio.
Guardando attraverso penso che sarebbe davvero facile essere sorpresi nel sonno. Lo penso più di altre volte e ripasso mentalmente le operazioni che dovremmo fare per essere subito pronti, per poterci difendere, sganciarci.
Presentimenti, paure, incubi: poi il nulla. Si dorme, sfiniti.