Dal diario del tenente medico Guido Balzani
La tragedia italiana sul Fronte Russo (1941-1943)
Presentazione e coordinamento di Pier Luigi Bertinaria
Fotografie, documenti, testimonianze raccolte da Bruno Ghigi
Bruno Ghigi Editore, Rimini, 1997
Ventotto maggio [1942, n.d.r.]
La camera mortuaria è stata inaugurata da un Russo aperto dal giugulo all'inguine per certe indagini medico-legali. Un agente prezzolato della polizia tedesca, ucciso da ignoti con veleno. Si è lavorato a porta aperta per non restare soffocati dal fetore, sotto gli occhi esterrefatti dei soldati, col risultato di un attacco isterico di uno spettatore.
Molti hanno mangiato senza appetito. Solo Giusti, già beccamorto dal tempo della guerra di Spagna, nel cucire le carni a punti di materasso canta a squarciagola:
Dammi una rosa da tener sul cuor
legala col filo dei tuoi capelli d'or...
Un ragazzo di ventun anni da Trani, già apprendista calzolaio, come complemento della Pasubio è giunto in Russia il 1° maggio portando un verme dentro la testa. Alla notte non può dormire perché sente il rumore del tarlo che gli rode il cervello.
Si perde correndo nel labirinto delle gallerie che si incrociano sotto i capelli e urlando chiama sua madre svegliando di notte i feriti.