Da Attendimi – Russia 1942-1946 – Diario di un medico in prigionia
Donato Guglielmi, Edizioni L'Arciere, Cuneo, 1993
3 giugno 1943
E così domani sono due anni che siamo sposati e compio trent’anni. Forse per il ricorrere del doppio anniversario, oggi sono stato particolarmente nervoso: ho preso a calci Samuele Leopold, che orinava contro il muro del corridoio (poi gli ho chiesto scusa); non riuscivo a nessun costo a trovare la vena a Schwarz Ghiula per la quotidiana endovenosa di glucosio; mi sono indispettito per futili cose, con un infermiere. Riconoscevo che ero in torto o, per lo meno, che esageravo, ma era più forte di me riversare il mio nervosismo sopra qualcuno, con un sottile piacere nel gridare e sbattere porte.
4 giugno 1943
Due anni di matrimonio e trent’anni di vita. È possibile che tutto sia definitivamente tramontato? E tu, oggi, che cosa sai di me? Per te, per voi, sono morto? Sono prigioniero? Sono disperso?
Disperso! Quando, in Italia, leggevo gli elenchi dei dispersi, provavo un’impressione di vuoto, di freddo, di silenzio; avevo la netta sensazione visiva di un coriandolo portato via in un turbine di vento e che non sai dove andrà a posarsi.
Per tutta la giornata di oggi mi sono lasciato trasportare dall’onda dei ricordi, dai particolari di quella lontanissima giornata, sostenuto dalla calda certezza che anche il tuo pensiero procedeva, momento per momento, di pari passo col mio, a tante migliaia di chilometri di distanza. E ho sempre sottratte mentalmente, dall’ora locale, due ore, per camminare con te, tenendoti per mano.
Il sole tramonta nel sangue, dietro gli abeti, e le nuvole – come fantastiche navi dalle gonfie vele viola – galleggiano sul fuoco.
Due anni fa, in questo momento, eravamo a Pisa sul Lungarno.
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